Nell'ambito dei controlli sul caporalato nella provincia di Latina, la Guardia di Finanza ha scoperto non solo lavoratori in nero ma anche oltre 600 litri di pesticidi illegali in due aziende ortofrutticole della piana di Fondi
In una delle aziende controllate sono stati trovati tre lavoratori senza alcun contratto. In un’altra azienda, gestita da cittadini indiani, sono stati rinvenuti fitofarmaci illegali stoccati in luoghi non idonei. Alcuni di questi fitofarmaci, banditi dall’Unione Europea per le loro proprietà nocive, venivano utilizzati per trattare le colture prima della raccolta.
I finanzieri hanno rinvenuto circa 50 prodotti non autorizzati, che venivano miscelati tra loro prima di essere usati. Alcuni di questi principi attivi erano stati autorizzati in deroga negli anni passati, ma solo per alcune colture e in specifici periodi.
Tra i fitofarmaci sequestrati, come segnala il Salvagente, figurano prodotti a base di tebufenpyrad e flonicamid.Il tebufenpyrad è un acaricida, il flonicamid un insetticida accusato di uccidere le api.
I tecnici della ASL di Fondi hanno confermato che i fitofarmaci sequestrati vengono utilizzati per eliminare erbe infestanti e stimolare la crescita degli ortaggi, conferendo loro maggior volume, peso e lucentezza. Tuttavia, l’uso di tali prodotti comporta gravi rischi per l’ambiente e la salute. Le sostanze tossiche possono infatti contaminare i terreni e l’acqua, e i lavoratori agricoli sono esposti a intossicazioni durante la fase di spargimento dei fitofarmaci.
Come ha spiegato la Guardia di Finanza:
L’utilizzo della miscela di fitofarmaci illegali può comportare la diffusione di sostanze dannose nell’ambiente con il rischio concreto di introdurre i residui tossici di prodotti fitosanitari nella catena alimentare degli altri organismi viventi, con conseguenze gravi soprattutto per il consumatore finale. Allo stesso modo, l’utilizzo incontrollato di tali prodotti espone i lavoratori a rischi di intossicazioni soprattutto nella fase dello spargimento del prodotto allorquando, non avendo le necessarie competenze, abilitazioni e protezioni, non vengono adottate le necessarie precauzioni, così esponendo l’operatore al rischio di assorbire per via cutanea o per inalazione le sostanze.
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