Dal riso asiatico geneticamente è possibile ottenere l'albumina, utile nel trattamento di alcune malattie. ma sarà sicura?
Trasformare il riso in albumina umana (HSA). Le frontiere della biotecnologia sembrano non avere confini. E l’ultima trovata viene dalla Cina, e precisamente dall’Università di Wuhan, dove in collaborazione con i colleghi del National Research Council of Canada e del Center for Functional Genomics della Albany University, un team di ingegneri è riuscito a ricavare albumina da alcune piantine di riso geneticamente modificate.
In particolare, le piante utilizzate sono quelle del riso asiatico (Oryza sativa). Ma perché l’albumina? Tale proteina, presente nel plasma e prodotta dalle cellule epatiche, riveste una grande importanza poiché viene utilizzata in diversi ambiti, dalla cura delle ustioni alle emorragie gravi fino alla cirrosi epatica, e infine nella produzione di farmaci e vaccini.
Presente, oltre che nel plasma anche in qualche alimento come il latte, l’albume dell’uovo e la mora, la sua produzione dal sangue umano è limitata dalla scarsa disponibilità nella donazione del sangue e dall’alto rischio di trasmissione virale da parte dei donatori.
Da qui la ricerca di un alternativa “non umana”, ma vegetale. Dai chicchi di riso asiatico transgenico infatti è possibile raggranellarne una certa quantità. Dallo studio infatti è emerso che il livello di raggiunto è pari al 10,58% della proteina solubile in un chicco di riso.
La produzione su larga scala di proteine OsrHSA, generate con una purezza superiore al 99% e con un tasso di produttività di 2,75 g/kg di riso integrale, significherebbe un ottimo risultato. E l’efficacia è pressoché garantita visto che la caratterizzazione fisica e biochimica dell’OsrHSA si è rivelata equivalente al plasma umano. Infatti l’efficienza della OsrHSA nella promozione della crescita delle cellule e curare la cirrosi del fegato nei ratti, come si evince dallo studio, è stata simile a quella dell’HSA.
Gli esperti, coordinati da Yang He, sono dunque riusciti nell’intento di modificare geneticamente le piante di riso trasformandole in vere e proprie “fabbriche” in grado di produrre l’albumina.
“È un risultato molto importante, che potrebbe aprire le porte anche alla realizzazione di altre varietà di riso e altre piante in grado di produrre anche altri tipi di molecole”, ha commentato Roberto Defez, biotecnologo dell’Istituto di Genetica e biofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli.
Ma voi vi fidereste? L’albumina transgenica sarà davvero “salutare”?