Agricoltura: queste sono le coltivazioni più diffuse in Italia secondo il censimento ISTAT

La fotografia scattata dall’istituto di ricerche traccia un paese che basa la sua agricoltura su alcune particolari coltivazioni che includono uliveti e frutteti con la mela come regina di questo settore, seguita dagli agrumi

L’ISTAT ha diffuso i primi risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura, che fa riferimento al biennio agrario 2019-2020. Un lavoro, che è anche l’ultimo censimento con cadenza decennale, stilato grazie alle risposte pervenute tramite questionario digitale rivolto a tutte le aziende agricole presenti in Italia. Negli ultimi dieci anni il tipo di utilizzo della Superficie Agricola Utilizzata continua a essere coltivata soprattutto a seminativi. Il frumento duro, che coinvolge oltre 135mila aziende, ricopre una superficie di oltre 1 milione di ettari.

Colture in Italia

©ISTAT

Ulivi e viti

Le legnose agrarie sono le più diffuse con circa 800mila aziende, diminuite del -32,8% rispetto al 2010, per una superficie complessiva di 2,1 milioni di ettari. La gran parte è dislocata tra Puglia, Sicilia e Calabria. La coltivazione più diffusa, soprattutto in Puglia, è quella dell’ulivo. A questa segue la vite che coinvolge 255mila aziende sul territorio nazionale, con un particolare sviluppo e crescita in Veneto. Non stupisce infatti che questi due prodotti sono quelli che, almeno quest’anno, hanno trainato l’export italiano.

Frutteti tra mele e nocciole

Un altro capito del rapporto si focalizza sui fruttiferi. Si parla quindi di frutta fresca ma anche di quella di guscio fino alle bacche. Negli oltre 392mila ettari a disposizione la coltivazione più diffusa è il melo, in particolare nelle Province Autonome di Trento e Bolzano che detengono complessivamente il 28% delle aziende e il 52,5% della superficie. Gli agrumi sono concentrati soprattutto in Sicilia per una produzione in particolare di arance ma anche di bergamotto, cedro, chinotto e pompelmo. Per la frutta a guscio è il nocciolo il più diffuso soprattutto in Piemonte, a livello di aziende che superano le 8mila unità, e nel Lazio, per la superficie di terreno con oltre 27mila ettari.

Prati e pascoli

In questa analisi ci sono anche quelle superfici occupate stabilmente, cioè da almeno cinque anni, con piante foraggere

seminate o spontanee, non incluse nella rotazione culturale dell’azienda (…) utilizzate per il pascolo, falciate per l’insilamento e la fienagione o per la produzione di energia rinnovabile.

I prati permanenti e i pascoli si estendono su 3,1 milioni di ettari, molto diffusi in Sicilia per numero di aziende e in Sardegna per occupazione di superficie.

Orti e Boschi

Nel report si menzionano anche gli orti familiari ovvero quella coltivazione consociata di ortaggi, legumi freschi, patate, frutta, viti e alberi di frutta che sono di norma consumati dal gestore di un’azienda e dalla famiglia. Si parla invece di boschi come aree ricoperte di alberi, arbusti e vivai forestali.

La costante di queste rilevazioni, confrontando la situazione attuale con quella di 10 anni fa, è il segno meno davanti al numero di terreni coltivati, alla produzione in generale e anche in riferimento al numero di aziende agricole attive nel Paese.

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Fonte: ISTAT

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