Anche Adriatico e Ionio sono mari di plastica

Il mar Adriatico e il mar Ionio sono di plastica. 18 chilometri di costa pieni zeppi di rifiuti, mozziconi di sigaretta, cotton fioc, bottiglie di vetro, ma soprattutto tanta plastica, troppa, che sta rovinando il mare e mettendo in pericolo la vita dei suoi abitanti

Il mar Adriatico e il mar Ionio sono di plastica. 18 chilometri di costa pieni zeppi di rifiuti, mozziconi di sigaretta, cotton fioc, bottiglie di vetro, ma soprattutto tanta plastica, troppa, che sta rovinando il mare e mettendo in pericolo la vita dei suoi abitanti.

Questa è la triste conclusione dallo studio intitolato ‘DeFishGear’, condotto da scienziati di sette Paesi che condividono il bacino dell’Adriatico e dello Ionio, e da nove enti, tra cui il nostro Ispra, che hanno analizzato spiagge, acque superficiali e profonde, e che si è concluso alla fine del 2016.

RIFIUTI SULLE SPIAGGE DELL’ADRIATICO

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Più di 70.000 rifiuti, 70581 per l’esattezza, sono stati raccolti e catalogati sulle spiagge, quasi tutti plastiche o fibre sintetiche. I rifiuti di plastica, in particolare, rappresentano il 91% di tutti quelli campionati, soprattutto molto piccoli, tra i 2,5 e i 50 centimetri. Tra questi solo lo 0,1% non è stato completamente identificato.

Ma il dato forse più inaspettato è quello dei cotton fioc. Sì, i cotton fioc, gli oggetti che usiamo per pulire le orecchie, prendono la medaglia di bronzo dei rifiuti dei nostri mari, rappresentando il 9,17% di tutti i rifiuti trovati. Gli esperti pensano che possano arrivare sulle spiagge attraverso i gabinetti, sfuggendo agli impianti di trattamento delle acque.

Ma comunque, e su questo i ricercatori non hanno dubbi, gran parte dei rifiuti che si trovano sulle spiagge sono prodotti da chi sulle spiagge ci va.

RIFIUTI A PELO D’ACQUA E NEI FONDALI

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Tutto, comunque, per colpa inequivocabilmente nostra. L’analisi dei ricercatori ha dimostrato anche che i rifiuti che galleggiano a pelo d’acqua derivano principalmente da attività quotidiane e turistiche, mentre nei fondali troviamo bottiglie, lattine, batterie o altre parti di veicoli e anche qui la plastica fa da padrona.

Se poi ci concentriamo solo sul nostro Paese, ci accorgiamo di un triste primato: nei fondali italiani si registra infatti il più alto quantitativo di oggetti da pesca (20,7%), soprattutto reti per la coltivazione dei molluschi (ben 73 reti o pezzi di reti per chilometro quadrato).

RIFIUTI INGERITI DAI PESCI

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E il dato ancora più triste è che i rifiuti vengono ingeriti dai pesci, già oggetto di pesca incontrollata che sta causando lo svuotamento di alcune aree del Mediterraneo, tra cui la Fossa di Jabuka/Pomo nello stesso Adriatico: il 93,2% dei rifiuti ingeriti dai pesci sono stati trovati negli esemplari pescati nell’Adriatico meridionale e il restante 6,8% da quelli dell’Adriatico settentrionale e dello Ionio.

Questo dato è particolarmente preoccupante non solo per i pesci, che chiaramente ingeriscono sostanze tossiche, ma anche per l’uomo, perché tali sostanze potrebbero accumularsi, anche se l’effettiva tossicità per l’uomo deve essere ancora dimostrata.

Per saperne di più sullo stato dei nostri mari leggi anche:­­­­­­­

Un quadro che riteniamo non necessiti di ulteriori commenti.

Roberta De Carolis

Photo Credits: DeFishGear

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