Veleni e metalli pesanti nella falda acquifera: 30 anni dopo, torna l’incubo Farmoplant a Massa

A Massa Carrara torna l’incubo Farmoplant, le ultime analisi del ministero dell’Ambiente evidenziano veleni nell’acqua e nella zona i cittadini continuano ad ammalarsi di tumore.

A Massa Carrara torna l’incubo Farmoplant, le ultime analisi del ministero dell’Ambiente evidenziano veleni nell’acqua e nella zona i cittadini continuano ad ammalarsi di tumore.

Metalli e idrocarburi che superano di mille volte i valori consentiti. Nonostante siano passati trent’anni dalla dismissione della Farmoplant e dall’esplosione dell’industria chimica, i veleni continuano a intossicare la falda acquifera nell’area industriale di Massa Carrara.

Il 17 luglio del 1988, l’industria chimica esplodeva e una nube tossica aveva intossicato tutta la zona con arsenico, benzene, cromo esavalente, solventi clorurati, triclorometano e tetracloroetilene, manganese, poi trovati in alte concentrazioni nell’acqua. In poche ore, su oltre duemila chilometri quadrati, da La Spezia fino a Forte dei Marmi, si era diffusa una nuvola nera.

Oggi i dati raccolti in 149 pozzi di Massa e Carrara per conto di Sogesid (società in house del Ministero) nei laboratori di Arpat, non ci dicono nulla di buono. Quei veleni ci sono ancora e stanno proprio li, dove la gente vive e lavora.

“I dati analitici attestano il superamento dei limiti di inquinamento delle acque sotterranee principalmente in corrispondenza delle aree industriali dismesse”, si legge nel comunicato stampa dell’Arpat Toscana.

falda acquifera toscana 10

Tra i veleni presenti ci sono ammoniaca, antiparassitari, arsenico, benzene, cloruro di vinile, cromo, idrocarburi total, manganese, paraxilene, pcb, solfati e zinco. Il cromo esavalente, per esempio, in alcuni pozzi è presente in percentuali dai 12 ai 42 milligrammi per litro quando il limite di legge è 0,2.
Adesso gli ambientalisti chiedono l’immediata chiusura dei pozzi e l’avvio di una bonifica.

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Dominella Trunfio

Foto cover di repertorio

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