Una recente ricerca ha analizzato il livello di PFAS, o inquinanti eterni, nell’acqua. Dai risultati è emerso quanto sia urgente cercare di eliminare queste sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente
Gli PFAS, abbreviazione di sostanze poli-fluoroalchiliche, conosciuti non a caso come “inquinanti eterni” sono migliaia e sono generalmente ciò che rende i prodotti resistenti alle macchie o antiaderenti.
Troppa esposizione a queste sostanze chimiche può portare a una miriade di problemi di salute, dal cancro alla disregolazione ormonale. (Leggi anche: Leggi anche: PFAS: gli inquinanti chimici presenti in tantissimi prodotti per la casa accusati di causare cancro e diabete nei bambini, lo studio)
Una delle principali sfide con la contaminazione da PFAS è che si trovano ovunque, dalle padelle alle schiume o negli spray utilizzati dai vigili del fuoco per spegnere gli incendi.
Questi poi si riversano nelle acque sotterranee o scorrono nei fiumi e contaminano l’acqua potabile, specialmente nei luoghi più piccoli dove non sono presenti apparecchiature di filtraggio sufficienti. In tutto il mondo intere falde acquifere presentano elevate quantità di queste sostanze inquinanti e anche in Italia ci sono diverse zone – si pensi al Veneto – in cui l’acqua è contaminata da PFAS che non si riesce mai a bonificare del tutto.
Lo studio
Una nuova soluzione arriva dall’Univ. della Columbia Britannica dove i ricercatori hanno capito come filtrare e poi distruggere queste sostanze chimiche per sempre, purificando le risorse idriche in modo economico ed efficace.
I nostri supporti adsorbenti catturano fino al 99% delle particelle PFAS e possono anche essere rigenerati e potenzialmente riutilizzati.
Una volta catturate, le particelle PFAS vengono distrutte tramite processi elettrici e fotochimici.
Nello studio il team ha testato l’acido perfluoroottanoico, un PFAS noto per essere onnipresente nell’acqua contaminata.
Ora stanno eseguendo test sul campo, per capire come ottimizzare ulteriormente tale tecnologia per poi offrirla ai comuni, alle industrie e alle persone comuni in modo che possano utilizzarla per eliminare i PFAS dall’acqua potabile.
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Fonte: ScienceDirect
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