Quasi il 50% dell’acqua delle reti idriche pubbliche in Italia non raggiunge gli utenti finali e il 25% almeno delle reti italiane ha più di 50 anni e il 60% più di 30. Secondo il rapporto Istat del 2020, poco meno della metà del volume di acqua prelevata alla fonte (47,9%) non raggiunge gli utenti finali. Uno spreco che, soprattutto dopo un’estate all’insegna della estrema siccità, non possiamo più permetterci
Non ha piovuto per mesi, in Italia, e per mesi le temperature sono state al di sopra della media. Le cronache hanno finalmente sdoganato un termine: siccità. Anche da noi. Ma la realtà è che questo è un problema che ci affligge sin nelle viscere, subdolamente, e che dovevamo mettere in conto già da anni. Perché?
Perché ai danni di un clima che cambia ormai inesorabilmente dobbiamo aggiungere una serie di cause di cui noi siamo direttamente responsabili (non che non lo siamo anche della crisi climatica in generale) per cui in Italia non si è mai fatto abbastanza per preservare la disponibilità dell’acqua: troppi sprechi a causa di una rete idrica colabrodo, elevati tassi di inquinamento, devastazione delle zone umide e dei fiumi e la gestione inadeguata delle infrastrutture.
Nel PNRR il Governo ha deciso di investire solo 900 milioni di euro per sostituire le condutture idriche fatiscenti, che causano la perdita del 40% dell’acqua. Ed è proprio questo il punto, noi soffriamo di una cattivissima gestione delle infrastrutture e la quasi totalità delle perdite – 3,4 miliardi di metri cubi – è dovuta al cattivo stato delle infrastrutture. Il paradosso, insomma, è che siamo ricchi d’acqua, ma siamo poveri d’infrastrutture idriche.
Come fare?
A provare a dare una soluzione è una start up, concessionaria di alcune tecnologie d’avanguardia. La prima è TALR (Trenchless Automated Leakage Repair), che permette di riparare senza scavare perdite multiple e distribuite lungo sezioni di tubazioni fino a circa 500 metri, senza doverle localizzare puntualmente, ottenendo una riduzione massiva delle perdite in tempi rapidi.
La tecnologia si basa sull’utilizzo di un composto a base vegetale-alimentare, detto PIG-Train, che sigilla istantaneamente tutti i punti di perdita lungo la tubazione in pressione. Il PIG-Train viene inserito ed estratto attraverso punti di innesto come idranti, bocchette antincendio o tubi a T verticali, ed attraversa la tubazione spinto dall’acqua di rete. Una tecnologia che consente riparazioni efficaci della durata di almeno 15 anni.
I metodi tradizionali di riparazione delle perdite nelle reti idriche, come per esempio l’approccio “Find and Fix” (“Cerca e Ripara”) – spiegano dalla start yp – non sono sempre efficaci soprattutto se le perdite sono distribuite lungo le tubazioni, oppure se le tubazioni non sono accessibili o non sono riparabili puntualmente.
Tuttavia, un aspetto fondamentale è il monitoraggio delle perdite e qui intervengono altre tecnologie come AQS-SYS per la localizzazione delle perdite e il loro monitoraggio in continuo, per poterne valutare costantemente la loro comparsa, l’intensità, l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle riparazioni effettuate. Diversamente da altre soluzioni che forniscono informazioni limitate al momento dell’effettuazione della ricerca, come avviene per la ricerca classica con geofono o con ricerca satellitare, la soluzione proposta fornisce la possibilità di mantenere il controllo nel tempo dell’andamento delle perdite sulle reti monitorate e, di conseguenza, individuare sul nascere l’insorgere di nuove perdite occulte sia sulle condutture che sugli allacci utente.
Il sistema AQS-SYS è una soluzione basata su una rete di sensori acustici fissi che rilevano in continuo il rumore proveniente dalle condotte idriche di qualunque dimensione e materiale. I sensori effettuano quotidianamente campionamenti dei rumori rilevati sulla sezione di rete idrica monitorata e le informazioni vengono trasmesse via protocolli NB-IOT ad una piattaforma di analisi in cloud AQS-SYS, che si occupa correlare le informazioni ricevute al fine di individuare i potenziali punti di perdita, segnalandoli graficamente sulla mappa GIS.
Un’altra tecnologia è quella denominata WLM-SYSTEM, che utilizza misuratori di tipo multi-parametrico per la misura simultanea di portata, pressione, rumore e, in via opzionale, della temperatura dell’acqua. La tecnologia WLM-System è dotata di una piattaforma software (AQUALYS) che sfrutta le capacità di algoritmi con intelligenza artificiale per l’analisi dei dati provenienti dai sensori e l’individuazione di situazioni critiche. Tra le capacità di analisi degli algoritmi di AQUALYS vi è la pre-localizzazione dell’insorgere delle perdite a livello di distretto. I misuratori WLM-System sono di tipo “ad inserzione” ed è possibile installarli su condotte in pressione senza interrompere il servizio idrico.
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