Sorgenti a secco e falde impoverite, l’allarme siccità che mette a rischio la produzione di acqua Sant’Anna

Per prima l'acqua Sant'Anna ha lanciato l'allarme sulla carenza di CO2 necessaria per realizzare l'acqua gassata, ora l'azienda si trova alle prese con un altro problema molto serio: la siccità, che rischia di comprometterne la produzione

Per il settore dell’acqua minerale (ma non è un certo un caso isolato) il periodo è molto duro. Vi abbiamo parlato della difficoltà di reperire Co2 per l’acqua gassata che ha messo in crisi diverse aziende. A parlarne per prima è stata la Sant’Anna che ha fermato la produzione di acqua frizzante ma il problema è stato segnalato anche da Goccie di Carnia e Pejo, oltre che San Pellegrino.

La difficoltà di reperire l’anidride carbonica, ha già fatto perdere alla Sant’Anna il 30% del fatturato ma stavolta l’allarme lanciato dal presidente e amministratore delegato dell’azienda di Viniadio (Cuneo) Alberto Bertone, è ancora più serio e riguarda un tema di cui parliamo ormai quasi quotidianamente: la siccità.

Come ha dichiarato Bertone all’Ansa, la situazione di torrenti, sorgenti e falde è drammatica:

Sono molto preoccupato, i torrenti di montagna praticamente non esistono più e le falde si sono impoverite tantissimo, sono 4-5 volte meno ricche rispetto al passato. Da due anni nevica e piove poco o niente nel nord-ovest italiano.

Una situazione che rischia di mettere in crisi la Sant’Anna e non solo, sappiamo infatti che la siccità si ripercuote negativamente in diversi modi sia sull’ambiente che sulla nostra stessa sopravvivenza.

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Del rischio di non trovare più con la stessa facilità acqua minerale al supermercato, a causa proprio della siccità, si parlava già a giugno scorso. Ma, in questo ottobre “insolito” dal punto di vista climatico, la situazione non sembra migliorare.

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Quale può essere la soluzione per le aziende che producono acqua minerale?

Secondo Bertone:

È più che mai urgente che si realizzino gli invasi, per trattenere l’acqua quando cade, e snellire le procedure. Come stanno le cose oggi non va basta che uno alzi la mano e si opponga a un progetto e tutto si ferma. Il sistema va cambiato, sempre ovviamente nel rispetto dell’ambiente, c’è assoluta necessità di ricavare invasi raccolta lungo il corso dei fiumi in montagna.

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Fonte: Ansa

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