Siccità Roma, proroga ad Acea: fino al 1° settembre potrà ancora prosciugare il lago di Bracciano

Acea è indagata per disastro ambientale colposo ma potrà perpetuare il presunto reato. La Regione Lazio, infatti, nella serata del 28 luglio, giornata che doveva segnare lo stop ai prelievi al lago di Bracciano, ha annunciato la decisione di concedere una proroga fino al 1 settembre. A livelli minimi, ma pur sempre peggiorativi della grave situazione in cui versa lo specchio d’acqua

Acea è indagata per disastro ambientale colposo ma potrà perpetuare il presunto reato. La Regione Lazio, infatti, nella serata del 28 luglio, giornata che doveva segnare lo stop ai prelievi al lago di Bracciano, ha annunciato la decisione di concedere una proroga fino al 1 settembre. A livelli minimi, ma pur sempre peggiorativi della grave situazione in cui versa lo specchio d’acqua.

“Di fronte al rischio, formalizzato ieri da Acea Ato2, che possano esserci problemi seri per l’approvvigionamento idrico degli ospedali e della rete antincendio, abbiamo emesso una nuova ordinanza che conferma il blocco delle captazioni dal lago di Bracciano a partire dal primo settembre e introduce la possibilità di prelevare dal lago 400 litri al secondo fino al 10 agosto e 200 litri al secondo dall’11 agosto annuncia la Regione, lasciando tutti a dir poco perplessi.

Forse dunque (anche se non possiamo saperlo perché la lettera non è stata resa disponibile) era proprio questo il contenuto della misteriosa lettera inviata alla Regione da Acea, che il 28 luglio stesso ci aveva detto al telefono: “Il nostro Presidente ha inviato una lettera al Presidente della Regione Nicola Zingaretti, chiedendo di attuare ogni misura idonea e necessaria a scongiurare lo scenario (il razionamento idrico della Capitale, N.d.R.), che coinvolgerebbe anche gli ospedali e comportare gravi rischi per la salute pubblica”.

Veramente indispensabili i prelievi dal lago di Bracciano?

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È chiaro che il razionamento idrico sarebbe stato uno scenario da scongiurare, ma scongiurare il prosciugamento del lago di Bracciano non appare una misura meno urgente. La Regione Lazio ha formalmente sostenuto di aver messo in essere degli interventi per recuperare risorsa idrica, eppure il lago di Bracciano sembra essere indispensabile.

Ma è veramente così? In una nota ufficiale indirizzata al Dipartimento delle Politiche Ambientali della Regione Lazio Acea ha comunicato che i prelievi del lago di Bracciano rappresentano l’8% del fabbisogno idrico della Capitale. Quindi perché lo stop dovrebbe comportare il razionamento idrico?

Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato nuovamente Enrico Stronati, Presidente dell’Associazione ‘Progetto Comune’, che da mesi denuncia la situazione divenuta ormai insostenibile.

“Rispondendo ad una richiesta di chiarimenti della Regione Lazio, il fabbisogno soddisfatto dal lago di Bracciano, dichiarato da Acea in una nota dei primi di luglio, è pari all’8% – ci conferma Stronati – Quindi non si capisce come lo stop alle captazioni abbia ripercussioni sul 50% della popolazione romana. È questa l’obiezione che è stata mossa e che viene sostenuta da tutti noi”.

Come sottolineato ancora dal Presidente di Progetto Comune, la questione è complicata molto dal fatto che c’è totale mancanza di informazioni oggettive. “Non è dato sapere a nessuno come stanno realmente le cose, quando viene captato, se ci sono picchi, qual è la portata media”. Informazioni che vengono solo da Acea.

“Acea, nei dati che aveva diffuso il 23 maggio, aveva informato dell’esigenza di captazione mese per mese, e aveva già annunciato che avrebbe prelevato “solo” 800 litri al secondo, questo perché ad agosto è prassi che Roma si svuoti dei residenti che vanno in ferie” ci dice Stronati, che però ribadisce come tutta la situazione sia stata presa “alla leggera”.

“Bisognerebbe capire se ci sono dei personalismi in tutto questo, laddove invece bisognerebbe far uso solo di oggettività – continua – Non vorrei che non si volesse dare ragione a chi ha sollevato il problema. L’umiltà a volte viene messa da parte e le persone diventano presuntuose sentendosi nel giusto con tesi tutte loro”.

Ricordiamo che il lago non ha affluenti, e quindi può “ripopolarsi” solo con le piogge e che comunque il tempo di ricarico è di 6 mesi. Inoltre le precipitazioni estive hanno un effetto completamente diverso, per ovvi motivi legati alla temperatura che provoca più facilmente evaporazione, ma anche per ecotraspirazione e altre cause del tutto “estive”.

Una proroga che peggiorerà la situazione

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La proroga, comunque, non è ai livelli precedenti di captazione, ma è stata concessa a livelli minimi. Il problema è che il bacino lacustre non è affatto in salute. “Sappiamo benissimo che dal punto di vista tecnico scientifico non è possibile interrompere il flusso di acqua presso l’impianto di trattamento, che fa depurazione biologico-organica – precisa Stronati – I letti di sabbia che fanno la filtrazione hanno necessità di essere irrorati, quindi nessuno chiedeva di lasciare a secco tutto il sistema, ma bisogna capire se i 400 litri al secondo concessi ora saranno effettivamente rispettati.

L’incidenza di questo prelievo apparirebbe infatti impercettibile in un bacino in salute, che decisamente non è il lago di Bracciano. “Questi prelievi si sommano alle condizioni climatiche di un’estate torrida e priva di precipitazioni”. Quindi gli effetti a settembre non saranno come quelli che si prevedevano con 800 litri al secondo e 1400 da settembre in poi, ma si avranno comunque”.

L’indagine contro Acea per disastro ambientale

In tutto ciò ricordiamo che Acea è stata indagata per disastro ambientale colposo. Può però continuare a prelevare acque dal lago. “Sono due livelli di responsabilità diversi – spiega Stronati – L’ordinanza di Zingaretti era stata data per scongiurare il vero disastro ambientale. La proroga è stata data per motivi igienico-sanitari. Stando infatti alle dichiarazioni di Acea, ma anche del Ministro Lorenzin (interrogazione parlamentare 3-03187 , N.d.R.), lo stop alle captazioni avrebbe comportato la mancanza d’acqua anche negli ospedali, nelle case di cura. L’indagine contro Acea invece è partita da una denuncia fatta dal Comitato per la Difesa del lago sabatino e da un deputato per violazione delle concessioni.

Sotto a tutto questo, infatti, impera la stessa matrice, come ribadisce Stronati: “Acea usa il lago di Bracciano come fornitura ordinaria di acqua, cosa che nella concessione non è contemplata”.

Ci auguriamo, insieme a Progetto Comune, che la decisione finale non sia quella di modificare la concessione affinché il lago non diventi ufficialmente la fonte ordinaria d’acqua, perché lo specchio d’acqua non è in grado, evidentemente, di tollerare questi stress.

Consigliamo di vedere questo video: “Lago di Bracciano tra siccità e prelievi” di Luca Tedesco e Valerio Passa, che fa un punto sulla tragica situazione ambientale in cui versa tutto il territorio lacustre.

Roberta De Carolis

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