Riscaldamento climatico, scarsezza di piogge e uso scriteriato stanno letteralmente prosciugando le fonti italiane, come denuncia Ambi
L’acqua, risorsa troppo preziosa perché possa essere sprecata, potrebbe diventare presto un lusso nel nostro paese. Riscaldamento climatico, scarsezza di piogge e uso scriteriato stanno letteralmente prosciugando le nostre fonti, come emerge nel rapporto stilato da Ambi.
È di qualche giorno fa il report Ispra che assegna all’Italia la maglia nera come paese in cui si registrano le temperature più calde del mondo. Ora anche i dati raccolti dall’osservatorio Ambi sulle risorse idriche sono un campanello d’allarme degli effetti devastanti del cambiamento climatico sul nostro paese e in particolare sulla situazione dell’acqua.
L’osservatorio lancia l’allarme: è necessario comprendere che i cambiamenti climatici stanno creando le premesse per situazioni di deficit idrico permanente nel nostro paese. Qual è la crisi climatica è la scarsa tutela delle risorse idriche da parte dell’uomo stanno prosciugando le riserve di acqua.
Non solo l’Italia, tuttavia, è interessata direttamente dalla crisi idrica: Anche altri paesi che si affacciano sul mar Adriatico come Slovenia Croazia Bosnia e Montenegro stanno registrando condizioni di siccità estrema e aridità, secondo i dati riportati dall’European Drought Observatory (ben espressi in questo grafico).
È necessario prendere atto che i cambiamenti climatici stanno creando le premesse per permanenti situazioni di deficit idrico, cui si può rispondere solo con il trasferimento della risorsa acqua da un territorio all’altro e la sua distribuzione alle campagne attraverso un’efficiente rete d’irrigazione – commenta Francesco Vincenzi, presidente ANBI. – Tale situazione è aggravata dall’aumentata pressione antropica sulle coste e rischia di pregiudicare non solo l’economia agricola, ma anche quella turistica. Per questo, il nostro Piano per l’efficientamento della rete idraulica prevede 729 progetti cantierabili e plurifunzionali, capaci di attivare quasi 12.000 posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa 2 miliardi e 365 milioni di euro.
In Italia le regioni maggiormente colpite dalla scarsezza di risorse idriche sono Marche, Abruzzo e Molise. La situazione delle Marche è drammatica: il fiume Esino e praticamente secco (profondità dell’acqua registrata di soli 2 cm!) e se continuerà a non piovere molti agricoltori della zona perderanno i loro raccolti. In Abruzzo, invece, a maggio era caduto l’80% di pioggia in meno rispetto agli altri anni, mentre il mese di giugno non ha visto precipitazioni. In Molise, infine, il livello del lago del Liscione è di un metro più basso rispetto alla media del periodo e negli ultimi tre mesi si è registrato il 73% di pioggia in meno.
Neanche le precipitazioni intense che hanno caratterizzato le scorse settimane sono bastate a risolvere la situazione: mentre alcuni territori del nostro paese, quelli più a nord, hanno potuto prendere una boccata di respiro grazie alla quantità di acqua piovuta dal cielo, le regioni del Centro Sud sono rimaste completamente all’asciutto.
L’analisi della situazione nell’Italia meridionale conferma l’indispensabile funzione degli invasi, autentiche casseforti anche pluriennali per risorse preziose come quelle idriche. Aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia è ormai un indispensabile direttrice per lo sviluppo del Paese, minacciato da una crescente aridità delle campagne in territori finora insospettati come la dorsale adriatica – sottolinea Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. – Oltre ai mille laghetti medio-piccoli proposti con Coldiretti, il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica prevede la realizzazione di 23 nuovi bacini da affiancare ai 16 da completare ed ai 90 bisognosi di manutenzione straordinaria per evitarne l’interrimento. È sempre più urgente la necessità del suo inserimento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Fonte: ANBI / European Drought Observatory
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