Hammam chiusi per siccità: in Marocco stretta sugli storici bagni pubblici per risparmiare acqua

La crisi idrica è sempre più allarmante e per questo il governo marocchino ha imposto la chiusura degli hammam per tre giorni a settimana

La siccità persistente che affligge il Marocco da quasi sei anni ha portato il governo a prendere misure drastiche per affrontare la crisi idrica, incluso il controllo sull’uso degli hammam, i tradizionali bagni pubblici amati dai marocchini.

Queste strutture, sebbene siano un luogo di socializzazione e di rituali di purificazione, richiedono notevoli quantità di acqua per funzionare, con una stima di consumo medio di 140 litri per gli uomini e 250 litri per le donne durante una visita. Un hammam femminile equivarrebbe in pratica al consumo settimanale di otto famiglie nei villaggi più remoti del Marocco.

Per affrontare il problema dello spreco di acqua, il governo marocchino ha imposto la chiusura degli hammam per tre giorni a settimana, di solito lunedì, martedì e mercoledì. Questa decisione ha sollevato discussioni e divisioni nel Paese, poiché gli hammam non sono solo luoghi di igiene personale ma anche centri sociali importanti, con 200.000 posti di lavoro diretti e indiretti che dipendono da queste strutture.

Non tutti sono d’accordo

Alcuni gestori stanno già sfidando i divieti, mentre altri propongono soluzioni alternative come limitare gli orari di apertura o far fare le docce ai clienti a casa. Le restrizioni imposte dalla siccità stanno anche aumentando i divari sociali, poiché alcune eccezioni vengono fatte per turisti e classi più abbienti, mentre le comunità più povere sono maggiormente colpite dalla mancanza di accesso all’acqua.

Un altro problema riguarda poi alcune zone del Paese, come le città sulle montagne dell’Atlante: qui molti residenti usano gli hammam per riscaldarsi e le chiusure stanno avendo un forte impatto per la popolazione.

Nonostante le divergenze di opinione, la crisi idrica ha portato molti marocchini a riflettere sull’importanza della conservazione delle risorse idriche e sull’impatto del cambiamento climatico sulle loro tradizioni e stili di vita. Attualmente si stima che le acque di falda del Marocco possano coprire solo il 20% del fabbisogno e la speranza è che in primavera arrivino piogge adeguate per scongiurare un’ulteriore siccità.

Mentre alcuni vedono la chiusura degli hammam come un sacrificio necessario per affrontare la crisi del clima, altri si chiedono se ci siano alternative più efficaci e equilibrate per gestire la scarsità di acqua nel Paese.

In ogni caso, la questione dell’acqua è diventata una sfida fondamentale per la vita e la cultura del Marocco, richiedendo un approccio olistico e collaborativo per affrontare le sue complessità e le sue implicazioni a lungo termine.

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