Sacconi vuole ridiscutere il referendum dell’acqua pubblica

“Altro che sorella acqua, mi auguro che troveremo il modo per rimettere in discussione il referendum” Queste le parole pronunciate ieri da Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, durante il convegno del Centro studi di Confindustria in cui si discuteva della ripresa economica e che hanno fatto adirare politici e cittadini.

Sì perché mai parole sono risultate più antidemocratiche a soli tre mesi in cui 27 milioni di cittadini si sono espressi a favore dell’acqua pubblica nella massima consultazione popolare che non può e non deve essere messa in discussione neanche da “particolari periodi di crisi”.

Anche perché mai referendum in Italia aveva potuto contare su una partecipazione popolare comedi quelli votati a giugno dove è emersa la chiara volontà dei cittadini italiani di non privatizzare l’acqua.

Volontà già in parte smentita con l’articolo 4 della manovra bis che ripropone, rimpastato, buona parte dell’articolo 23 bis della legge Ronchi- Fitto e che permetterà la privatizzazione molti servizi pubblici locali come rifiuti, trasporti e altre utility fondamentali per i cittadini. Per il momento l’acqua è esclusa nell’ultimo comma dalla cessione ai privati, anche se la reintroduzione di buona parte della legge di certo crea terreno fertile per future manovre sul sistema idrico.

Non si fanno per questo attendere le reazioni. A partire da quelle dei Comitati per l’acqua pubblica, promotori dei referendum che parlano di un vero e proprio “golpe”:

La maggioranza dei cittadini italiani, con un voto chiaro e democratico ha, di fatto, sfiduciato Sacconi che invitiamo al più presto a rassegnare le dimissioni da Ministro della Repubblica Italiana – scrivono in una nota e sul loro sito Il Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. “Il Ministro Sacconi e tutti coloro che vorranno mettere in atto scempi alla democrazia contro referendum si troveranno davanti alla netta opposizione dei cittadini e delle cittadine italiane che la scorsa primavera hanno votato 2 Sì per l’Acqua Bene Comune”.

Ma quale idea della democrazia ha uno dei massimi esponenti del governo italiano quando in modo sprezzante si augura di trovare il modo per superare l’esito referendario di qualche mese fa sull’acqua pubblica?“. Rincara Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’ “Tentare di sabotare il significato di un responso popolare cosi’ ampio e’ gravissimo. Il ministro Sacconi non ha la sensazione che le sue parole siano eversive?“.

Affermazione gravissima anche per l’IDV: “Porteremo la questione in Parlamento e alzeremo le barricate contro questo ennesimo atto di arroganza“, ha spiegato Leoluca Orlando.

Se la condizione economica dell’Italia è catastrofica, quella politica forse lo è ancora di più. Non ci resta che tenerci aggrappati a quel pezzo di carta che, per fortuna, ancora rappresenta il cuore della democrazia: la Costituzione. Sempre che non riescano a “trovare il modo di mettere in discussione” pure quella.

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