Dopo le scioccanti immagini del fiume Po a secco, ora la scarsità idrica nel Nord Italia fa emergere la terribile piaga dell’inquinamento da plastica, con immagini davvero scioccanti.
Dopo le scioccanti immagini del fiume Po a secco, ora la scarsità idrica nel Nord Italia fa emergere la terribile piaga dell’inquinamento da plastica, con immagini davvero scioccanti.
Siamo in Veneto – località Torretta, comune di Legnago (Verona) – e questo è quello che si sono trovati davanti il 3 Aprile alcuni cittadini della zona: le chiuse del CanalBianco, corso facente parte del bacino idrografico del Po, è a secco. Emerge così la discarica di plastica che si trovava sotto le sue acque.
Le immagini, diffuse da Greenpeace, mostrano quali sono i livelli di inquinamento che affliggono i nostri fiumi, facendo emergere le conseguenze dell’abuso di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
“Le immagini mostrano uno scenario tipico dei paesi del Sud-est asiatico, in cui i fiumi sono delle vere e proprie discariche a cielo aperto. La scarsità idrica che sta caratterizzando da diverse settimane i corsi d’acqua del nord Italia fa emergere, in tutta la sua gravità, il problema dell’inquinamento da plastica e di come i corsi d’acqua siano ormai invasi da contenitori e imballaggi usa e getta”, dichiara Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia.
Ogni minuto, ventiquattro ore al giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce nei mari del Pianeta e, secondo studi recenti, l’80 per cento ha origine in ambienti terrestri. Di tutta la plastica prodotta ogni anno, solo il 40 per cento viene impiegato per la produzione di contenitori e imballaggi monouso, di difficile recupero e riciclo a fine vita.
Per questo abbiamo bisogno di misure urgenti (e forse aspettare il 2021 per vietare la plastica è troppo tardi). I primi a fare la differenza dobbiamo essere noi consumatori.
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