Pfas nelle acque del Veneto, emergenza ambientale e sanitaria (PETIZIONE)

Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione a Venezia, davanti alla sede della Regione Veneto per protestare contro il grave inquinamento da Pfas che interessa la zona compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova. La petizione.

Inquinamento da Pfas in Veneto: alcuni attivisti di Greenpeace stanno manifestando da questa mattina a Venezia, davanti Palazzo Balbi, sede della Regione.

L’inquinamento da Pfas interessa un’ampia area del Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova. È per questo che gli ambientalisti chiedono a gran voce di fermare subito gli scarichi di PFAS.

LEGGI anche: ACQUA DEL RUBINETTO INQUINATA IN VENETO, SVERSATE PER ANNI SOSTANZE CANCEROGENE

Nel febbraio 2017 Greenpeace aveva raccolto campioni di acqua nelle vicinanze di scarichi industriali in un’area compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova, nota per la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche, le Pfas appunto, sostanze chimiche di sintesi pericolose per l’ambiente e per l’uomo.

pfas veneto 3
pfas veneto 4

Si tratta di un’emergenza ambientale che interessa una vasta zona del Veneto abitata da più di 350mila persone. I fiumi e l’acqua potabile di molti comuni sono infatti inquinati da questi composti che possono causare danni al sistema riproduttivo e ormonale e anche numerose patologie gravi come il cancro. I PFAS fanno parte del più ampio gruppo dei PFC (composti poli- e per-fluorurati), sostanze di cui Greenpeace chiede l’eliminazione sin dal 2011 con la campagna Detox.

tabella pfas

In tutti i campioni di acqua raccolti è stata analizzata la presenza di 38 PFC appartenenti ai gruppi dei PFAS (tra cui Acidi Carbossilici Perfluoroalchilati e Perfluorosulfonamidi PFSA) e dei Fluorotelomeri.

I risultati delle analisi chimiche racchiusi nel rapportoPfas in Veneto: inquinamento sotto controllo?” evidenziano non solo che l’inquinamento è ancora rovinosamente in atto, ma anche che non tutte le fonti di contaminazione sono state individuate. In tutti i campioni analizzati, dallo scarico del collettore ARICA nel fiume Fratta, a quello in prossimità del depuratore del distretto conciario di Arzignano fino alle acque di scarico raccolte nelle vicinanze di alcune aziende (sia tessili che conciarie) è stata riscontrata la presenza di PFAS. Confrontando i risultati dei campionamenti di Greenpeace con i dati ARPAV (Agenzia Regionale per la Protezione e Prevenzione Ambientale del Veneto), relativi ad acque superficiali o di falda nelle immediate vicinanze, è emerso che, almeno per alcuni Pfas la concentrazione era più alta rispetto alla contaminazione di fondo (acque sotterranee o superficiali).

È grave che dalle nostre analisi sia emersa la presenza, in alcuni scarichi, di rilevanti concentrazioni di composti mai individuati finora e che PFAS pericolosi siano stati trovati anche nel comune di Valdagno, in un’area non ancora presa in esame dalle autorità regionali”, afferma Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

pfas veneto 2
pfas veneto 1

La petizione

Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere alla Regione Veneto di censire e bloccare tutte le fonti di inquinamento da Pfas e di adottare livelli di sicurezza di Pfas nell’acqua potabile in linea con i valori più restrittivi vigenti in altri Paesi. Per alcuni Pfas molto pericolosi per la salute, come il Pfoa (un composto potenzialmente cancerogeno) e il Pfos, i livelli di sicurezza adottati in Veneto per le acque potabili sono fino a 7,5 volte più elevati rispetto agli Stati Uniti e oltre 5 volte più elevati rispetto a Germania e Svezia.

I rappresentanti della Sanità in Veneto hanno pubblicamente ammesso che siamo di fronte a un disastro ambientale: non è possibile tutelare adeguatamente la salute e la sicurezza dei cittadini se si adottano valori di riferimento di PFAS nell’acqua potabile tra i più alti al mondo. La Regione Veneto deve abbassare subito i livelli di sicurezza di queste sostanze nelle acque potabili allineandoli con quelli adottati in altri Paesi europei. Le autorità regionali hanno il dovere di garantire acqua sicura e non contaminata ad ogni cittadino”, conclude Ungherese.

Firmate qui la petizione.

Germana Carillo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram