Pfas nell’acqua potabile: per la prima volta fissati dei limiti per gli “inquinanti eterni” negli Usa 

Passo storico degli Usa a favore della tutela della salute della popolazione: per la prima volta nella storia le autorità hanno proposto di fissare dei limiti molto severi relativi alla presenza dei Pfas che contaminano l'acqua del rubinetto

I Pfas rappresentano una minaccia invisibile, presente praticamente ovunque. Purtroppo, si tratta di sostante che permangono a lungo nel nostro ambiente e organismo: non a caso sono noti come “inquinanti eterni”. E sulla salute possono avere una serie di conseguenze negative, fra cui problemi di fertilità, danni al fegato e tumori. Purtroppi i Pfas vengono ancora impiegati in svariati settori, ad esempio per realizzare prodotti antiaderenti, antimacchia o impermeabili e finiscono per contaminare le falde acquifere.

Per proteggere la popolazione, gli Stati Uniti hanno proposto di recente di inserire limiti precisi delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nell’acqua potabile e degli standard di controllo per ridurre al minimo i rischi e prevenire una serie di patologie.

Le comunità di tutto il Paese hanno sofferto troppo a lungo della minaccia sempre presente dell’inquinamento da PFAS. Ecco perché il presidente Biden ha lanciato un approccio a livello di tutto il governo per affrontare in modo aggressivo queste sostanze chimiche dannose e l’EPA sta aprendo la strada – ha dichiarato Michael S. Regan, amministratore dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) – La proposta dell’EPA di stabilire uno standard nazionale per i PFAS nell’acqua potabile si basa migliore scienza disponibile e aiuterebbe a fornire agli stati la guida di cui hanno bisogno per prendere decisioni che proteggano al meglio le loro comunità.

Questa azione ha il potenziale per prevenire decine di migliaia di malattie correlate ai PFAS e segna un passo importante verso la salvaguardia di tutte le nostre comunità da questi pericolosi contaminanti.

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I limiti proposti dall’EPA

La proposta, se approvata, regolerebbe sei “forever chemicals” nell’acqua del rubinetto, ovvero:

  • l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottano solfonico (PFOS), fissando i limiti a 4 parti per un miliardo di miliardi.
  • l’acido perfluoronanoico (PFNA), l’acido dimero esafluoropropilenico (HFPO-DA), l’acido perfluoroesano solfonico (PFHxS) e l’acido perfluorobutano solfonico (PFBS): in questo casi si userebbe un approccio consolidato chiamato “calcolo dell’indice di pericolo” per determinare se i livelli combinati di questi PFAS rappresentano un rischio potenziale.

A occuparsi del monitoraggio costante di queste sostanze saranno i gestori dei sistemi idrici pubblici, a cui sarà richiesto di informare la cittadinanza e di ridurre i livelli di contaminazione se vengono superati gli stanard proposti. Secondo l’EPA, queste nuove restrizioni nel tempo contribuiranno a prevenire migliaia di gravi malattie e decessi associati proprio ai Pfas. 

L’amministrazione Biden-Harris ha inoltre assicurato che investirà 10 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza Pfas nella nazione e garantire una maggiore tutela della salute dei cittadini americani.

Nessuno dovrebbe mai chiedersi se i PFAS nella loro acqua di rubinetto un giorno lo faranno ammalare – ha commentato Emily Donovan, co-fondatrice di Clean Cape Fear, gruppo d’azione impegnato nella lotta all’inquinamento dei forever chemicals  – Tutti meritiamo l’accesso all’acqua potabile che protegge la salute. È un diritto umano fondamentale. Oggi le nostre richieste sono state esaudite.

Pure le acque italiane (di laghi, fiumi e quelle potabili), ahinoi, sono “avvelenate” da queste sostanze: è tristemente noto il caso del Veneto, dove genitori, associazioni e scienziati stanno conducendo da anni una dura battaglia contro questa pericolosa contaminazione. Alla luce dell’azione intrapresa dagli Usa, non resta da chiedersi quando anche il nostro Paese interverrà per proteggere i suoi cittadini dagli inquinanti eterni.

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Fonte: EPA

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