Pfas nell’acqua: finalmente una multinazionale paga per bonificare i sistemi idrici pubblici

La multinazionale statunitense 3M che ha contribuito a contaminare l'acqua con Pfas, ed è stata chiamata a risponderne in migliaia di cause legali, pagherà un'ingente cifra per il trattamento dei sistemi idrici pubblici

I Pfas sono noti negli Usa come forever chemical per la loro capacità di persistere a lungo nell’ambiente. Purtroppo, l’abuso di queste sostanze, che si trovano ad esempio in tessuti tecnici, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti, ecc. ha portato ad una contaminazione generale anche negli ambienti più remoti del Pianeta.

Pfas si possono trovare anche nell’acqua (pensiamo alla situazione del Veneto) e proprio sull’acqua si è giocato un accordo miliardario negli Usa. La multinazionale 3M ha infatti deciso di stanziare ben 10,3 miliardi di dollari per finanziare i sistemi idrici pubblici statunitensi.

Questo ingente pagamento è la risposta alle migliaia di cause legali per inquinamento idrico da Pfas di cui nel corso degli anni ha dovuto rispondere l’azienda (che però non si è mai assunta responsabilità).

Sarà un caso, allora, che 3M ha ora annunciato che pagherà un’ingente somma ai comuni statunitensi per 13 anni così da testare e trattare la contaminazione da Pfas nei sistemi idrici pubblici. Una sorta di “donazione” per sostenere la bonifica dell’acqua pubblica.

In realtà l’azienda, che come già dicevamo è stata oggetto di denunce (oltre 4000 insieme ad altre società chimiche), produce e vende una serie di prodotti utili al settore industriale che contengono Pfas, sostanze che poi vanno ad inquinare il suolo e le acque sotterranee. A dicembre 3M ha però fissato una scadenza (al 2025) per interrompere la produzione di Pfas.

Soprannominati “forever chemicals”, i Pfas non si decompongono facilmente nell’ambiente e neppure nel corpo umano, esponendo la nostra salute a diversi rischi. Sono stati collegati ad esempio al cancro ma anche alla disfunzione ormonale.

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Fuori dall’accordo della 3M rimangono però altre cause legali per contaminazione da Pfas intentate da cittadini che chiedono risarcimenti per lesioni personali e danni alla proprietà, nonché da Stati statunitensi che contestano i danni a risorse naturali come fiumi e laghi.

Altre tre grandi aziende chimiche – Chemours Co, DuPont de Nemours Inc e Corteva Inc – hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di principio per 1,19 miliardi di dollari per risolvere le accuse di aver contaminato i sistemi idrici pubblici statunitensi con Pfas.

Almeno negli Usa, dunque, sembra che qualcosa si stia muovendo e che le aziende inizino ad assumersi qualche responsabilità o quanto meno a stanziare fondi per risolvere il grosso problema che hanno contribuito a creare.

Tra l’altro, un’inchiesta shock di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa, ha dimostrato che alcune multinazionali Usa già da decenni sapevano dei rischi che presentavano i Pfas ma si sono ben guardate da rendere pubbliche le evidenze scientifiche:  Pfas come tabacco e zucchero: le aziende sapevano da decenni che erano tossici, l’inchiesta shock

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Fonte: The Guardian

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