Non solo pfas, l’acqua della laguna di Venezia è contaminata anche da glifosato e pesticidi

Non solo l'acqua in Veneto scarseggia sempre più ma è anche contaminata, come è già tristemente noto, da Pfas oltre che da diversi tipi di pesticidi, tra cui il glifosato. Sono questi i dati preoccupanti che emergono dai dati Arpav presentati in Commissione Ambiente

La situazione dell’inquinamento delle acque del Veneto è sempre più drammatica. Non solo Pfas, al loro interno si trovano anche tracce di diversi tipi di pesticidi, come erbicidi e insetticidi.

A far emergere questo quadro poco confortante sono i dati Arpav della “Relazione ambientale dei corpi idrici del bacino scolante nella laguna di Venezia” relativi all’anno 2020. Questi sono stati presentati in Commissione Ambiente e, come ha commentato il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, hanno fotografato:

una situazione drammatica, dove fiumi, canali e falde acquifere sono contaminate da diverse tipologie di pesticidi, con particolare riferimento agli erbicidi e alle molecole della loro decomposizione.

Torna a preoccupare quindi l’inquinamento delle acque del Veneto e non solo a causa dei Pfas, noti negli Usa come “forever chemicals” ossia sostanze chimiche che rimangono per sempre (in quanto sono davvero molto persistenti nell’ambiente) ma anche di erbicidi e insetticidi.

Ciò che emerge dal documento Arpav, infatti, come ha riportato Zanoni, è di una certa rilevanza:

In merito ai vari fiumi e corsi d’acqua balzano agli occhi le percentuali di erbicidi contenuti nelle acque. In particolare emerge che, a fronte di un obiettivo guida di qualità di 0,005 µg/l (microgrammi per litro), abbiamo concentrazioni inquietanti: nel Bacchiglione di 83,2 µg/l, nel Moltalbano di 200 µg/l, nel Fiumazzo di 155 µg/l, nel Naviglio Brenta di 75,3 µg/l, nel Lusore di 267,3 µg/l, nel Marzenego di 130 µg/l, nel Dese Zero di 116,5 µg/l, nel Vela di 65,7 e nel Bacino scolante nella laguna di Venezia di 115,1 µg/l

Di quali erbicidi si tratta? L’ha specificato sempre il Consigliere regionale del Veneto:

Per quanto riguarda altri corsi d’acqua troviamo che erbicidi usati in agricoltura come Ampa, Glifosato, Metholachlor e Nicosulfuron, sono presenti in particolare nel Canale Vela, Scolo Musoncello, fiume Dese, fiume Zero, Rio Storto, Canale Osellino, Collettore di Levante, fiume Marzenego, Scolo Lusore, Naviglio Brenta, Taglio Novissimo, Scolo Fiumazzo, Scolo Schilla, Canale Scarico e Canale Trezze.

E nei fiumi Meolo e Vela è stato trovato anche l’insetticida Diclorvos, vietato dal 1991! Questo ci fa capire quanto alcuni pesticidi e altre sostanze chimiche siano persistenti nell’ambiente, e di conseguenza quanto sia importante regolarizzarle in maniera più stringente e il prima possibile.

Se poi si osservano i dati relativi alle falde acquifere, la situazione è addirittura peggiore:

Ritroviamo diverse sostanze inquinanti, come nel caso dei comuni di Castelfranco Veneto per nitrati e metolachlor esa; Loria per pesticidi totali, nitrati, metolachlor e metolachlor esa; Resana per tricloroetilene e tetracloroetilene; Riese Pio X per metolachlor esa; Vedelago per pesticidi totali, nitrati e metolachlor esa; Maser per atrazina, desetil e desisopropil; Casale sul Sile, Resana, Zero Branco, San Biagio di Callalta e Salzano tutti per metolachlor esa e Jesolo per boro e solfati.

 

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Cosa fare per limitare l’inquinamento delle acque? In un post su Facebook, Zanoni sottolinea che è necessario cambiare le politiche agricole, convertire l’agricoltura e renderla sostenibile:

con coltivazioni che non richiedano tonnellate di pesticidi di sintesi come per il prosecco e che richiedono meno acqua. Basterebbe la volontà politica con la distribuzione degli ingenti fondi per l’agricoltura a chi fa biologico, mantiene i prati stabili e i boschi, produce coltivazioni destinate al consumo umano anziché per gli allevamenti intensivi che poi causano inquinamento da nitrati e PM10.

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Fonti:  Andrea Zanoni Facebook

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