Questi pannelli producono acqua dalla nebbia, stanno dissetando l’Africa e potrebbero essere utili anche da noi

In Marocco è stato trovato un modo geniale per combattere la desertificazione: costruire degli speciali collettori che intrappolano la nebbia e la trasformano in acqua potabile

Ricavare acqua potabile dalla nebbia? Potrebbe sembrare un’utopia ma ci sono luoghi del mondo in cui questa idea si è trasformata in realtà e sta aiutando tantissime persone a far fronte alla piaga della siccità. È il caso del Marocco, uno dei Paesi maggiormente vulnerabili a causa della crisi climatica.

Qui tra il 2017 e il 2018 è stato realizzato un grande parco con collettori di nebbia, da cui si ricava acqua destinata alla popolazione locale. A portare avanti il progetto la società tedesca Aqualonis GmbH, su commissione della Ong Water Foundation, che si occupa di combattere la crisi idrica nelle aree più a rischio del mondo.

Naturalmente la ditta ha optato per un luogo strategico per installare i 30 collettori CloudFisher su un’area di circa 1.682 metri quadrati: il monte Boutmezguida, sulle montagne dell’Atlante pre-sahariano. In quest’area è molto frequente la presenza di nebbia, che così viene “sfruttata” per ricavarne acqua pulita che, grazie ad una rete, arriva direttamente nelle abitazioni di 16 villaggi e anche in una scuola.

In questo modo la popolazione ha acqua da bere a disposizione e può dedicarsi all’agricoltura: questo sistema garantisce la risorsa a circa 1600 abitanti. In molti punti dell’Africa, per usufruire dell’acqua potabile tantissime persone, in particolare le donne, devono percorrere chilometri e chilometri a piedi per raggiungere i pozzi.

Un progetto da replicare anche in Italia

L’utilizzo dei collettori come quelli installati in Marocco potrebbe rivelarsi un aiuto prezioso anche per il nostro Paese in periodi di siccità come quello che stiamo vivendo attualmente.

In realtà, qualche anno fa in Italia è stato presentato un progetto molto simile, che prevedeva di sfruttare la nebbia che caratterizza la Valle del Po’ per ricavarne acqua pura. L’idea, che prende il nome di Water for Life, era stata lanciata dai docenti e studenti dei Politecnici di Torino e Milano e approfondita nella tesi di laurea magistrale di uno studente in Architettura Sostenibile.

Il piano studiato prevede di intrappolare gli ammassi nebbiosi attraverso delle reti in tessuto per poi usare l’acqua in campo agricolo. Purtroppo il progetto è stato poi accantonato. Ma, vista la situazione drammatica dell’ultimo periodo, sarebbe il caso di iniziare ad investire in innovazioni come quella degli acchiappa-nebbia.

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Fonti: Aqualonis/Politecnico di Milano

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