Ricordate Ooho? Ve ne avevamo parlato qualche anno fa: si tratta di una bottiglia d'acqua commestibile a forma di sfera. Adesso, il prodotto ha ottenuto la prima licenza commerciale
Ricordate Ooho!? Ve ne avevamo parlato qualche anno fa: si tratta di una bottiglia d’acqua commestibile a forma di sfera. Adesso, il prodotto ha ottenuto la prima licenza commerciale.
Nel corso degli ultimi sei mesi, lo Skipping Rocks Lab ha testato questa particolare sfera d’acqua nei propri laboratori di Londra e proprio in questi giorni è arrivato il via libera per la commercializzazione.
A guardarlo sembra un palloncino trasparente, una bolla d’acqua che si tiene nel palmo di una mano. Sembra un’invenzione proveniente dal futuro ma è parte del presente e promette, con la sua capillare diffusione, di ridurre l’inquinamento prodotto dalla plastica.
Sappiamo infatti che le bottiglie attualmente in uso sono molto inquinanti, spesso finiscono in mare e lì restano a vagare per anni e anni. Un utilizzo che dura pochi minuti ma che paghiamo a lungo.
Con Ooho! invece potremmo bere senza produrre rifiuti. La quantità d’acqua contenuta in questa sfera commestibile fatta di alghe è infatti quella che serve per dissetarsi, più o meno come faremmo con un bicchiere d’acqua da 250 ml.
“Ooho! è un imballaggio, un’alternativa sostenibile alle bottiglie e bicchieri di plastica, a base di un estratto di alghe marine. È del tutto biodegradabile e così naturale che si può effettivamente mangiare!” si legge sul sito ufficiale. “I nostri imballaggi sono più convenienti della plastica e possono incapsulare qualsiasi bevanda: acqua, bibite, liquori”.
Ooho! L’imballaggio trasparente e commestibile, i vantaggi
- È ottenuta al 100% da alghe
- È biodegradabile entro 4-6 settimane
- È commestibile, con la possibilità di aggiungere sapori e colori
- È sempre fresca (durante i pochi giorni di vita)
- Contiene 5 volte meno anidride carbonica in meno rispetto al PET e richiede 9 volte meno energia
- È più economica rispetto alla plastica (PET)
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Negli ultimi due anni il tempo ha sviluppato le tecnologie per la produzione, per le quali ha recentemente depositato una domanda di brevetto.
“Vogliamo risolvere il problema dei rifiuti di plastica e ridurre l’impatto degli imballaggi sul clima” assicurano.
L’iniziativa ha già raccolto quasi 1 milione di euro di donazioni.
Cambierà davvero il nostro modo di bere?
Francesca Mancuso