Due anni dopo l'inquinamento del fiume francese Aisne a Challerange (Ardenne), Nestlé la fa franca grazie ad un accordo giudiziario in cui si impegna a pagare più di 500.000 euro, evitando così una condanna
Ad agosto del 2020, un riversamento di flussi inquinanti nel fiume Aisne, nella regione di Ardenne al nord della Francia, ha devastato l’ecosistema e provocato la morte di 6 tonnellate di pesci. Il responsabile? Lo stabilimento Dolce Gusto della Nestlé a Challerange, che ha confermato poco dopo un “involontario trabocco di effluenti di fanghi biologici”, dal proprio impianto di trattamento.
3ème et dernière journée de ramassage des poissons morts sur l'Aisne avec l'aide de la Fédération de Chasse des…
Posted by Fédération de pêche des Ardennes on Thursday, August 13, 2020
Due anni dopo il disastro ecologico, il 13 settembre del 2022, nel tribunale giudiziario di Charleville-Mézières, Nestlé ha evitato per un pelo la condanna per inquinamento idrico. Per farlo, la multinazionale agroalimentare svizzera pagherà più di 500.000 euro per il danno ecologico provocato al fiume e il ripristino dell’ecosistema.
Oltre alla multa di interesse pubblico di € 40.000, pagherà la somma di € 475.000 alla Federazione di pesca delle Ardenne, che è responsabile delle operazioni di riabilitazione del fiume Aisne. Inoltre, secondo l’accordo giudiziario di interesse pubblico, altre quattro associazioni ambientaliste e civili hanno già ricevuto un risarcimento.
Anche se è difficile quantificare con precisione il reale danno ecologico, quel 9 agosto del 2020 il flusso inquinante uscito dallo stabilimento della Nestlé ha causato la morte di quasi tutta la biomassa ittica presente. Ci vorranno anni per ripulire e ripristinare il fiume. Anni e vita che nessuna quantità di denaro potrà mai comprare.
Di fronte a tutto ciò ci viene in mente questo vecchio proverbio:
Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”.
Fonte: Ministère de la Justice / Fédération de pêche des Ardennes
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