Il Lago di Pergusa in Sicilia è ridotto a una chiazza di fango nerastra a causa della siccità e della crisi idrica con accumuli di detriti che impediscono il flusso d’acqua verso il lago
La Sicilia sta affrontando una crisi idrica sempre più grave, con conseguenze devastanti per l’ambiente e l’economia locale. L’ultimo drammatico esempio è la quasi totale scomparsa del Lago di Pergusa, ridotto a una chiazza di fango nerastra.
Questo fenomeno è attribuito principalmente alla siccità che affligge l’isola, ma anche all’inerzia delle autorità locali. Giuseppe Maria Amato di Legambiente Sicilia ha evidenziato come la mancanza di interventi da parte degli enti competenti, in particolare della Regione Siciliana, abbia accelerato la crisi.
Il Lago di Pergusa, un tempo una riserva naturale gestita dalla Provincia regionale di Enna, è oggi un simbolo della crisi climatica e della cattiva gestione delle risorse idriche. Legambiente aveva già lanciato l’allarme nel 2023, chiedendo un tavolo tecnico per affrontare la situazione e promuovere il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale e la pulizia dei canali di approvvigionamento del lago. Tuttavia, gli interventi sono stati scarsi e disorganizzati, lasciando ancora accumuli di detriti che impediscono il flusso d’acqua verso il lago.
Le immagini di come appariva fino a qualche anno fa il lago e di come appare oggi sono sconfortanti:
Un problema che affligge tutta l’Isola
L’assenza di azioni concrete ha portato alla previsione di Legambiente: entro luglio, il Lago di Pergusa sarebbe scomparso. Purtroppo questa previsione si è avverata già con l’inizio dell’estate. La mancanza di un monitoraggio ambientale efficace ha impedito di avere dati precisi sulla situazione della falda acquifera, aggravando ulteriormente il problema.
La siccità in Sicilia non colpisce solo il Lago di Pergusa. L’intera isola sta vivendo una “strage” di coltivazioni e animali, con raccolti praticamente azzerati e agricoltori costretti a ricorrere a autobotti per salvare quel poco che è rimasto. La crisi idrica ha un impatto significativo anche sul settore turistico, con continui razionamenti d’acqua che aumentano i costi per tutta la filiera del turismo.
Nonostante un maggio più piovoso del solito, dal 1° settembre 2023, la Sicilia ha registrato un deficit di pioggia di circa 300 millimetri. Con soli 453 millimetri di pioggia negli ultimi 12 mesi, l’isola si trova in una situazione simile alla grande siccità del 2022.
Catania, in particolare, ha visto cadere solo 240 millimetri di pioggia, il 40% della norma, mentre la zona dell’Etna ha registrato una carenza di 1145 millimetri. I bacini siciliani trattengono meno di 300 milioni di metri cubi d’acqua, un livello insostenibile per il futuro della regione.
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Fonte: Legambiente Sicilia
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