In Italia il dramma siccità non appare per nulla giunto al termine e le scarse precipitazioni e le temperature fuori stagione lo dimostrano. I livelli di fiumi e laghi sono tuttora inferiori alla media mensile nonostante ottobre sia, solitamente, il mese più piovoso dell'anno. Questo probabilmente non lo sarà affatto
Dobbiamo ancora riprenderci da un’estate difficilissima in cui il nostro Paese ha sperimentato la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. Raccolti bruciati, corsi d’acqua a secco e un deficit pluviometrico impressionante. Con l’arrivo dell’autunno, però, il problema nella sua gravità è tutto fuorché rientrato.
Con le temperature superiori alla media le piogge sono state scarse per tutto lo scorso mese. Dal 21 settembre in poi abbiamo assistito a una lieve ripresa con precipitazioni diffuse in tutto lo stivale, che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo ai nostri fiumi tra cui il Po.
La buone notizie, però, sono durate poco anzi pochissimo. Se nel mese di settembre il bollettino dell’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po ha registrato precipitazioni prossime ai valori di riferimento l’indice di severità idrica rimane comunque medio con criticità in numerose aree della parte occidentale lombarda e piemontese del distretto.
Anche la situazione dei nostri laghi non è incoraggiante. Al 30 settembre il livello del lago di Garda, il maggiore per superficie su territorio nazionale, si mantiene decisamente inferiore rispetto al livello medio mensile. Come si legge nel bollettino idrologico dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) “considerando la serie storica mensile 1950-2021 il livello medio di questo settembre 2022 è prossimo al 5° percentile”. E non è l’unico: tra gli altri, il lago alpino di Cei è ridotto a una pozza, mentre le immagini dal drone mostrano la sofferenza anche del Lago di Val di Noci, nei pressi di Montoggio.
Stesso discorso per le falde acquifere dove la scarsità della risorsa idrica è preoccupante in confronto ai mesi di settembre. Il rischio è 2023 ancora più sofferente per quanto riguarda l’emergenza idrica.
Nel Padovano sono partite irrigazioni straordinarie per salvare il radicchio dalla siccità, idem nel veronese per salvare la raccolta del kiwi .
Per superare queste situazioni dovute a mesi in cui le precipitazioni sono state sotto la norma, servirà un autunno e un inverno con precipitazioni ben superiori alla norma, per non trovarsi ad inizio primavera con una situazione ancora critica, spiega l’Arpav.
Ma con il nuovo anticiclone africano e un clima a dir poco anomale per la media stagionale che temperature sfioreranno i 26° C nei prossimi giorni è estremamente difficile aspettarsi abbondanti precipitazioni. La siccità è tutt’altro che finita. E tutto questo senza considerare il problema delle piene che potrebbero seguire (su cui nessuno sembra stia facendo prevenzione di alcun tipo).
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