Il Pianeta assetato: ti racconto come la crisi del ciclo globale dell’acqua sta minacciando il nostro futuro

Siccità, inondazioni, carestie: la crisi idrica globale minaccia la sicurezza alimentare e la stabilità economica. Il nuovo rapporto della Commissione globale sull'economia dell'acqua chiede un'azione urgente per proteggere il ciclo idrologico

“Stiamo spingendo il ciclo globale dell’acqua fuori equilibrio”, avverte Johan Rockström, co-presidente della Commissione globale sull’economia dell’acqua. “Non possiamo più fare affidamento sulle precipitazioni”. Un nuovo rapporto lancia l’allarme: la cattiva gestione delle risorse idriche e la crisi climatica stanno mettendo a rischio il delicato meccanismo che regola la vita sul nostro Pianeta.

Tre miliardi di persone già soffrono per la scarsità d’acqua. Entro il 2050, la crisi idrica potrebbe mettere a rischio oltre il 50% della produzione alimentare globale e ridurre il PIL dei Paesi in media dell’8%.

In poche parole, stiamo alterando il complesso sistema che permette all’oro blu di circolare tra terra, atmosfera e oceani. Decenni di sfruttamento del suolo, deforestazione e cattiva gestione idrica, aggravati dalla crisi climatica, hanno portato a uno “stress senza precedenti” su questo meccanismo vitale.

Ma cosa sta succedendo esattamente? L’acqua evapora da mari, fiumi, laghi e piante, sale nell’atmosfera, viaggia per lunghe distanze e ritorna sulla terra sotto forma di pioggia o neve. Questo ciclo, essenziale per la vita sulla Terra, è oggi in pericolo. Il rapporto, pubblicato dalla Commissione globale sull’economia dell’acqua sottolinea l’importanza di distinguere tra “acqua blu” (quella liquida presente in fiumi, laghi e falde acquifere) e “acqua verde” (l’umidità presente nel suolo e nelle piante).

L’acqua verde, spesso trascurata, è fondamentale per il ciclo dell’acqua: evapora dalle piante e contribuisce a generare circa la metà delle precipitazioni sulla terraferma. La sua conservazione è vitale per la salute della Terra, perché influenza direttamente la quantità di pioggia che cade su una determinata regione.

Un ecosistema in crisi

La crisi idrica è strettamente legata al cambiamento climatico. La vegetazione, che dipende dall’acqua verde, assorbe grandi quantità di carbonio dall’atmosfera. La deforestazione e la distruzione delle zone umide, come paludi e torbiere, riducono la capacità del pianeta di immagazzinare carbonio. Oltre a rilasciare nell’atmosfera enormi quantità di CO2, la deforestazione aggrava ulteriormente la crisi idrica. Gli alberi, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo dell’acqua: assorbono l’acqua dal suolo e la rilasciano nell’atmosfera attraverso la traspirazione, contribuendo a mantenere l’umidità dell’aria e a regolare le precipitazioni.

La distruzione delle foreste riduce la capacità del pianeta di immagazzinare carbonio e interrompe il ciclo dell’acqua, aumentando il rischio di siccità e desertificazione e accelerando il riscaldamento globale.

A sua volta, l’aumento delle temperature causa la desertificazione dei terreni, riducendo l’umidità e aumentando il rischio di incendi.

“Le attività umane stanno alterando la struttura della nostra Terra e l’aria sovrastante, intensificando sia gli estremi umidi che quelli secchi”, afferma Richard Allan, professore di climatologia all’Università di Reading. “Stiamo assistendo a un aumento delle inondazioni in alcune aree e a siccità devastanti in altre”.

Le conseguenze di questo squilibrio sono già evidenti: raccolti che appassiscono, città che sprofondano a causa dell’esaurimento delle falde acquifere, e miliardi di persone che lottano per sopravvivere senza accesso all’acqua potabile.

Un futuro incerto

Il rapporto prevede che entro il 2050 la domanda globale di acqua dolce supererà l’offerta del 40%.

“La crisi idrica globale è una tragedia, ma anche un’opportunità per trasformare l’economia dell’acqua”, afferma Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio. “Valutare correttamente l’acqua è essenziale per riconoscerne la scarsità e i numerosi benefici che offre”.

Cosa possiamo fare?

Il rapporto chiede ai governi di tutto il mondo di riconoscere il ciclo dell’acqua come un “bene comune” e di agire collettivamente per proteggerlo. I Paesi sono interdipendenti, non solo per i fiumi e i laghi che condividono, ma anche per l’acqua presente nell’atmosfera, che può viaggiare per migliaia di chilometri.

Il report propone cinque “missioni” per affrontare la crisi idrica:

  1. Rivoluzione nei sistemi alimentari: migliorare l’efficienza idrica in agricoltura e ridurre la dipendenza da alimenti ad alta intensità idrica;
  2. Conservazione degli habitat naturali: proteggere e ripristinare foreste, zone umide e altri ecosistemi cruciali per il ciclo dell’acqua;
  3. Economia circolare dell’acqua: riutilizzare le acque reflue e ridurre le perdite nelle reti idriche;
  4. Energia pulita e intelligenza artificiale a bassa intensità idrica: sviluppare tecnologie che minimizzino l’impatto sul ciclo dell’acqua;
  5. Accesso universale all’acqua potabile: garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari entro il 2030.

Queste missioni richiedono un approccio integrato e multisettoriale, con la partecipazione di governi, imprese e società civile. La Commissione globale sull’economia dell’acqua sottolinea l’importanza di investire in innovazione, ricerca e sviluppo per creare soluzioni sostenibili e resilienti.

“Dobbiamo pensare radicalmente a come preserveremo le fonti di acqua dolce, come la utilizzeremo in modo molto più efficiente e come saremo in grado di avere accesso all’acqua dolce disponibile per ogni comunità, comprese le più vulnerabili”, ha affermato Tharman Shanmugaratnam, copresidente della commissione.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Fonte: Northwestern University

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram