L’87% del Mar Mediterraneo è inquinato. Con quasi 2milioni di frammenti per metro quadro presenta la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità
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Metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica: tutto nel Mar Mediterraneo. Ebbene sì, il Mare Nostrum è inquinato per ben l’87% e si trascina con sé l’inquinamento delle acque dolci, dell’aria e del suolo.
Da quanto emerge dalla prima parte dedicata all’acqua del report “Non c’è salute in un ambiente malato” del WWF, negli ultimi due decenni i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento (atmosferico e da sostanze chimiche tossiche) sono aumentati del 66%, fino a raggiungere i 9 milioni di morti l’anno, il che rende l’inquinamento il principale fattore di rischio ambientale per malattie e morti premature a livello mondiale.
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Con 1,9 milioni di frammenti per metro quadro, insomma, il nostro caro vecchio Mediterraneo conserva suo malgrado la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità. E in generale, l’inquinamento idrico provoca circa 1,4 milioni di morti premature al mondo, ogni anno.
L’inquinamento chimico
L’inquinamento chimico delle acque è tra le principali minacce per la salute dell’ambiente e delle persone: mari, fiumi laghi, zone umide e falde acquifere sono tutti colpiti soprattutto dall’inquinamento da pesticidi e nutrienti provenienti dall’agricoltura, metalli pesanti, agenti patogeni e residui chimici provenienti da fanghi e acque reflue non trattate sia industriali sia urbane (come i ben noti PFAS e PBDE, detergenti contenenti fosfati, disinfettanti/antimicrobici, tensioattivi, plastica, farmaci).
Fino a 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche provenienti da impianti industriali vengono scaricate ogni anno nelle acque del mondo. Si stima che un terzo della perdita di biodiversità globale sia conseguenza del degrado degli ecosistemi d’acqua dolce, dovuto principalmente all’inquinamento delle risorse idriche e degli ecosistemi acquatici. L’inquinamento idrico è anche responsabile di circa 1,4 milioni di morti premature al mondo ogni anno.
La contaminazione da plastica nel Mediterraneo
La plastica è una delle contaminazioni chimiche più pervasive, e lo sappiamo, non solo attraverso l’acqua, ma anche attraverso l’aria e il cibo. Il Mediterraneo è il mare con la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità marine: 1,9 milioni di frammenti per metro quadro.
Ma non finisce qui: insieme ai rifiuti di plastica, in un solo anno sono entrate negli oceani 190 tonnellate di 20 diversi additivi chimici. Fino a 16mila diverse sostanze chimiche sono state ritrovate nelle plastiche tra coloranti, ritardanti di fiamma, stabilizzanti, lubrificanti, plastificanti e altre sostanze, molte delle quali hanno funzioni, strutture e tossicità poco conosciute. Di queste solo su 7mila abbiamo dati certi di pericolosità, mentre il 66% delle sostanze è senza informazioni.
PFAS, contaminanti eterni e ad alto rischio
Li conosciamo eccome: i PFAS sono molto tossici e persistenti ma utilizzati in moltissimi prodotti di plastica di uso comune. I mari europei sono contaminati da sostanze per- e polifluorurate sia di vecchia data che di uso corrente. Le concentrazioni di PFOS negli organismi marini sono state riscontrate a livelli fino a 100 volte superiori allo standard di qualità ambientale dell’UE. Il 72% degli italiani non ha mai sentito il termine PFAS (in Europa il 71% dei cittadini), eppure il Nord Italia, in particolare Veneto, Lombardia e Piemonte, è tra i siti europei più inquinati da queste sostanze.
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