Nuova regolamentazione per i livelli di cromo nelle acque potabili, con il dimezzamento dei livelli massimi consentiti per la sua presenza
Nuova regolamentazione per i livelli di cromo nelle acque potabili e in quelle imbottigliate industrialmente, con il dimezzamento dei livelli massimi consentiti per la presenza di questo metallo. Purtroppo, però, la nuova legge andrà in vigore solo fra cinque anni.
Lo scorso 30 giugno, il ministero della salute ha modificato la normativa vigente sulle acque potabili (risalente al 2001 portando da 50 μg/l a 25 μg/l il contenuto massimo di cromo totale per la dichiarazione di potabilità. Un’ottima notizia, se si considera che un’esposizione eccessiva a questo metallo ha gravi conseguenze per la salute umana – contribuendo all’insorgenza di allergie della pelle e malattie come tumori e cancro ai polmoni. In minime quantità, invece, il cromo offre un contributo essenziale a un buono stato di salute, favorendo il metabolismo del glucosio e regolando i livelli della glicemia.
Purtroppo, però, questa nuova normativa andrà in vigore solo a partire dal 2026 per le acque potabili della rete idrica che arriva nelle nostre case, mentre e non è ancora chiaro se gli imbottigliatori di acque minerali dovranno già da ora rispettare il nuovo parametro chimico. Ecco il testo della legge, pubblicato in Gazzetta Ufficiale:
Per le acque di cui all’articolo 5, comma 1, lettere a), b) e d), questo valore deve essere soddisfatto entro il 12 gennaio 2026. Il valore di parametro del cromo nel periodo compreso tra il 1° luglio 2021 e l’11 gennaio 2026 è pari a 50 µg/l. Le Regioni, le Aziende sanitarie locali ed i gestori d’acquedotto, ciascuno per quanto di competenza, devono provvedere affinché venga ridotta al massimo la concentrazione di cromo nelle acque destinate al consumo umano durante il suddetto periodo di transizione, per conformarsi al nuovo valore di parametro. Nell’attuazione delle misure intese a garantire il raggiungimento del valore in questione deve darsi gradualmente priorità ai punti in cui la concentrazione di cromo nelle acque destinate al consumo umano è più elevata e l’origine non è geogenica”
Fonte: Gazzetta ufficiale della repubblica Italiana
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