Nel nostro Paese c’è un immenso spreco di acqua potabile. Nel corso del 2008, il 47% dell'acqua potabile è andata sostanzialmente persa per garantire la continuità del flusso nei tubi oppure a causa di reali perdite nelle condutture.
Nel nostro Paese c’è un immenso spreco di acqua potabile. Nel corso del 2008, il 47% dell’acqua potabile è andata sostanzialmente persa per garantire la continuità del flusso nei tubi oppure a causa di reali perdite nelle condutture.
A mettere nero su bianco questa assurda situazione, l’ultimo rapporto dell’Istat sui consumi d’acqua potabile pubblicato oggi, proprio alla vigilia della Giornata mondiale dell’Acqua 2011, che si terrà domani 22 marzo.
Secondo lo studio dell’Istat, le maggiori dispersioni di rete riguardano alcune regioni del sud d’Italia, quali Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo, dove per ogni 100 litri d’acqua erogata ne vengono immessi 80 litri in più. Le perdite minori si sono registrate invece in Lombardia e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, dove le reti – evidentemente – funzionano meglio.
Ma allo spreco e all’inefficienza delle reti e delle amministrazioni locali corrisponde un uso più responsabile da parte dei cittadini. Un esempio?
Nel 2009 il consumo pro capite per uso domestico è stato pari a 68 metri cubi per abitante (186,6 litri al giorno), con un calo dello 0,7% rispetto all’anno precedente. E c’è di più: rispetto al 2008 tutti i comuni capoluogo di provincia con una popolazione superiore a 250.000 abitanti hanno fatto registrare una contrazione del consumo delle risorse idriche per uso domestico, ad eccezione di Milano dove si registra un incremento dell’1,5%.
Il calo dei consumi di acqua riportato dall’Istat è il simbolo di una maggiore attenzione all’uso dell’acqua su quasi tutto il territorio nazionale, sebbene ci siano notevoli differenze regionali circa la distribuzione di acqua potabile ai cittadini.
Il nord-ovest, ad esempio, è la zona che evidenzia la maggiore erogazione di acqua potabile pro-capite da parte della rete comunale di distribuzione (107,1 metri cubi per abitante); i valori più alti si registrano nella provincia di Trento (127,4 metri cubi per abitante) e in Valle d’Aosta (121,9 metri cubi). Il Centro registra invece una media di 96 metri cubi per abitante, mentre il sud – come prevedibile, vista la proverbiale scarsità d’acqua – è l’area geografica con la minore erogazione di acqua potabile.
Verdiana Amorosi
Leggi la nostra intervista all’Ing. Marco Fantozzi proprio sulla gestione delle perdite delle reti idriche