Da Perrier a Vittel: tutto quello che sappiamo sulle acque a marchio Nestlé contaminate da PFAS, pesticidi e batteri

Una serie di inchieste in Francia hanno portato alla luce un grave scandalo riguardante le acque minerali Nestlé, contaminate da PFAS, pesticidi e batteri

Negli ultimi mesi, delle notizie davvero scioccanti sono emerse in Francia riguardo alle acque minerali imbottigliate da Nestlé, tra cui i celebri marchi Vittel e Perrier. Il caso, giorno dopo giorno, ha assunto dimensioni sempre più gravi, rivelando un intricato sistema di frodi e contaminazioni.

Cosa è successo di preciso? Sostanzialmente, diverse inchieste e rapporti hanno dimostrato che, per anni, la multinazionale ha imbottigliato e venduto acqua contaminata, spacciandola come “acqua minerale naturale” conforme agli standard di purezza dopo averla sottoposta ad alcuni trattamenti.

Ma partiamo dall’inizio. Il caso è esploso alla fine di gennaio 2024, grazie a un reportage congiunto di Le Monde e Radio France, che ha svelato come importanti produttori di acqua minerale, tra cui Nestlé Waters e Sources Alma, avrebbero effettuato trattamenti di filtrazione non autorizzati su acqua contaminata da “feci, Escherichia coli, PFAS e pesticidi”, come confermato dall’associazione dei consumatori Foodwatch. Le norme francesi stabiliscono che le acque minerali possono essere trattate con filtri solo in casi eccezionali.

Nonostante lo scandalo sia emerso nel 2024, i primi problemi erano stati segnalati già nel 2019, quando controlli su fonti del gruppo Alma avevano rivelato l’uso di anidride carbonica non segnalata, trattamenti non autorizzati e miscelazioni con acqua di rubinetto. Le indagini successive hanno dimostrato che molte aziende del settore, inclusa Nestlé Waters, utilizzavano filtri non autorizzati e l’azienda ha ammesso di aver utilizzato trattamenti vietati sull’acqua minerale per garantirne la sicurezza alimentare.

Nel febbraio 2023, il governo francese ha negoziato con Nestlé senza coinvolgere né la magistratura né le autorità europee, autorizzando pratiche di microfiltrazione al di sotto degli 0,8 micron, il limite previsto dalla normativa. Nestlé ha accettato di rinunciare ad alcuni trattamenti non regolamentari, ha sospeso il prelievo da alcune fonti e ha lanciato una nuova linea di prodotti, Maison Perrier, non etichettata come “acqua minerale”.

Tuttavia, secondo una nota confidenziale dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza Alimentare, Ambientale e del Lavoro (ANSES) datata ottobre 2023, la “qualità sanitaria” delle acque del gruppo Nestlé non sarebbe garantita. Nel mese di aprile, la prefettura del Gard ha ordinato la sospensione del prelievo da una fonte contaminata da batteri fecali, costringendo Nestlé a distruggere due milioni di bottiglie di acqua Perrier.

Un ulteriore rapporto dell’Ufficio Francese per la Biodiversità, realizzato per la Procura della Repubblica e rivelato da Mediapart, ha indicato poi che Nestlé ha prelevato acqua da nove pozzi in maniera completamente illegale per 27 anni, accumulando circa 19 miliardi di litri di acqua tra il 1999 e il 2019. Questo enorme volume di acqua, venduta come minerale naturale, è stato oggetto di una frode sistematica e prolungata.

Le indagini hanno dimostrato che, oltre a violare la normativa ambientale, l’azienda ha filtrato l’acqua contaminata per poi venderla come acqua minerale naturale, contravvenendo così ai rigorosi criteri europei che stabiliscono che quest’acqua deve mantenere la “purezza originaria” e provenire da falde sotterranee protette dalla contaminazione.

C’è stato anche un rapporto della Direzione Generale della Concorrenza, dei Consumatori e del Controllo delle Frodi (DGCCRF) che ha rivelato che Nestlé Waters aveva acquisito già nel 2005 apparecchiature UV e utilizzato filtri non autorizzati dal 2010 in poi.

Ingrid Kragl di Foodwatch France ha commentato che Nestlé ha venduto miliardi di bottiglie di acqua che non rispettavano gli standard di “acqua minerale naturale” per decenni, non solo in Francia ma anche a livello globale. Secondo Kragl, se le nuove indagini confermeranno queste conclusioni, sarà necessario un intervento giudiziario urgente. “Nestlé non è al di sopra della legge”, ha dichiarato.

E sulla questione è intervenuta anche la Commissione Europea, che ha avviato un’inchiesta e ha pubblicato un rapporto il 24 luglio 2024. La Commissione ha severamente criticato il sistema di controllo francese, evidenziando “gravi lacune” nella verifica della conformità delle acque minerali ai requisiti legali.

E secondo il rapporto, le frodi potrebbero continuare perché:

Il sistema di controllo ufficiale in vigore in Francia non è progettato per individuare né mitigare le frodi nel settore delle acque minerali naturali e delle acque sorgive e non è applicato correttamente, rendendo possibile la presenza di prodotti non conformi e potenzialmente fraudolenti sul mercato.

L’entità complessiva della frode Nestlé è stata calcolata intorno ai 3 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta non solo un danno economico ma anche un grave rischio per la salute pubblica, considerando la contaminazione con sostanze come i PFAS, noti per i loro effetti tossici e persistenti nell’ambiente e nel corpo umano.

La questione delle acque minerali contaminate rappresenta una sfida complessa e delicata. Non è ancora chiaro come il prossimo governo francese intenderà affrontare questo problema, definito da Le Monde come “spinoso”.

È essenziale che le autorità non solo rispondano con decisione a quanto emerso ma implementino anche misure efficaci per prevenire future violazioni.

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Fonte: Le Monde

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