Non si placa la crisi idrica nel Nord Italia: in pieno inverno il fiume Po e il Trebbia sono in deficit

Nonostante sia gennaio inoltrato, l'Italia si trova ancora a fare i conti con una pesante siccità, che sta continuando a prosciugando il Po e gli altri corsi d'acqua del Nord, con conseguenze deleterie sul settore agricolo e non solo

Non sono bastate le piogge e l’arrivo della neve nelle ultime settimane per combattere la piaga della siccità, che continua ad affliggere l’Italia settentrionale. In pieno inverno, l’Italia è ancora alle prese con la crisi idrica. A destare grande preoccupazione è innanzitutto il Piemonte, dove sono diminuiti livelli di tutti i corsi d’acqua. Paradigma di questa grave sofferenza è indubbiamente il Po, che si trova a vivere in un’agonia senza fine ormai da oltre due anni.

L’ex Grande Fiume ha attualmente una portata inferiore a quella dello scorso anno; a Torino, questo deficit si attesta attorno al 50%, ma in altre stazioni di rilevamento supera addirittura l’80%, prolungando tale condizione anche in Lombardia ed Emilia Romagna dove, a Piacenza, registra nuovi minimi storici” fa sapere l‘Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue).

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La situazione non è affatto più rosea in Emilia-Romagna. Infatti, il fiume Po a Piacenza, con una portata di 332,38 metri cubi al secondo, è sceso sotto il minimo storico mensile. In grave deficit idrico anche il fiume Trebbia (toccata una portata di 15,48 metri cubi al secondo rispetto alla media storica di mc/s 24,10) ed il torrente Nure, che registra una portata dimezzata rispetto alla media di questo periodo periodo (mc/s 2,78 contro mc/s 5,56).

La disponibilità d’acqua per l’irrigazione – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – non condiziona solo l’agricoltura, ma l’economia agroalimentare del territorio: pomodoro e mais sono il volano dell’economia primaria piacentina. Per questo, unitamente all’efficientamento delle reti irrigue esistenti ed all’ampliamento degli schemi idrici, è prioritario aumentare la capacità di stoccare acqua, quando arriva, per distribuirla, quando serve. Dei 223 progetti già cantierabili previsti dal Piano Laghetti in tutta Italia, 40 sono ubicati in Emilia Romagna per un incremento di capacità complessiva, pari ad oltre 102 milioni di metri cubi, garantendo irrigazione ad ulteriori 68.367 ettari di campagna. La multifunzionalità di tali bacini garantirà inoltre la posa di 57 impianti fotovoltaici galleggianti (potenzialità: Kw/anno 97.430.000) e la realizzazione di 12 centrali idroelettriche per una produzione stimata annualmente in 933.040 kilowattora.”

Come denunciato dall’Osservatorio ANBI, negli invasi di alta val Tidone (Molato) e di Vernasca (Mignano) mancano complessivamente 3.800.000 metri cubi d’acqua, rispetto alla media dell’ultimo decennio, nonostante né nel 2021 né lo scorso anno siano state effettuate le procedure di svaso.

Alla luce dell’angosciante scenario, il Presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, Luigi Bisi, ha lanciato una raccomandazione a tutti coloro che operano nel settore agricolo:

Visti i valori attuali, addirittura peggiori rispetto a quelli del 2022, la preoccupazione è alta e quindi non posso che raccomandare alle imprese agricole la massima prudenza nella programmazione dei piani colturali, soprattutto se sprovvisti di fonti alternative come pozzi o vasche aziendali.

In agonia anche l’Adige e i grandi laghi

Pure il fiume Adige, il secondo più lungo d’Italia, ristagna a livelli più bassi dell’anno scorso in Veneto, dove è in calo la portata del Bacchiglione, ma a preoccupare è soprattutto la Livenza, con ben -86 centimetri in una settimana. Nonostante la neve caduta, una situazione analoga è quella che riguarda l’Adda, che bagna la Lombardia: non si registrava un livello così basso da anni (compreso il 2017, che fu all’insegna di una pesante siccità).

A soffrire per la siccità sono anche diversi grandi laghi, i cui livelli permangono abbondantemente sotto media, seppur il Verbano superi, per la prima volta dopo molti mesi, lo zero idrometrico. Il volume di acqua del lago di Garda è addirittura dimezzato rispetto allo scorso anno.

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Fonte: Osservatorio ANBI 

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