Le caraffe filtranti funzionano davvero e quali sono i benefici di bere acqua filtrata al posto dell'acqua minerale o del rubinetto
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Ridurre il consumo di plastica e risparmiare senza rinunciare ad un’acqua di qualità: sono solo alcuni dei motivi per cui, al giorno d’oggi, può convenire smettere di consumare acqua in bottiglie di plastica monouso e passare all’utilizzo di una caraffa filtrante.
A cosa serve una caraffa filtrante?
Si tratta di una speciale brocca utile a depurare l’acqua del rubinetto, eliminando impurità come sabbia, ruggine, calcare, cloro e metalli come ferro, piombo o rame che sono presenti nelle tubazioni. Oltre a dare un sapore sgradevole all’acqua, queste sostanze sono potenzialmente dannose per l’organismo umano. Ma le sostanze di scarto non sono gli unici nemici di un’acqua pura e potabile: la comune acqua di rubinetto, infatti, può contenere anche pesticidi, nitrati o piccole quantità di altri metalli pesanti che possono essere presenti in alcune falde acquifere. Una caraffa filtrante di qualità permette inoltre di addolcire l’acqua, rimuovendo calcio e magnesio e sostituendoli con sodio e potassio.
Il primo sviluppo di queste tecnologie ha radici sin nella prima metà del diciannovesimo secolo, quando la scienza iniziò a cercare un rimedio alle epidemie causate dai microrganismi dell’acqua potabile. Scienziati e inventori cominciarono così a progettare sistemi di filtrazione dell’acqua in ceramica porosa.
Il funzionamento di una caraffa filtrante
A quasi due secoli di distanza dai primi, rudimentali sistemi di filtrazione, nonostante le tecniche si siano evolute notevolmente, i principi dei filtri per l’acqua in ceramica rimangono gli stessi. Come funziona una caraffa filtrante?
Il meccanismo alla base di questi apparecchi ha un unico requisito: quello che l’acqua da filtrare sia già potabile. All’interno di ogni brocca sono presenti delle cartucce, dette appunto filtri, che riescono a trattenere le sostanze “inquinanti” restituendo acqua depurata. I filtri presenti in commercio sono generalmente di due tipologie: a carboni attivi o con resine a scambio ionico. La sostanziale differenza consiste nell’azione depurante: i filtri a carboni attivi trattengono direttamente le sostanze inquinanti, mentre quelli con resine a scambio ionico, di fatto, “scambiano” le sostanze nocive con agenti innocui attraverso una reazione chimica. A prescindere dal tipo di filtro, è comunque preferibile che l’acqua filtrata dalla caraffa venga consumata nell’arco di 24 ore, per non correre il rischio di annullare l’azione purificante.
Caraffa filtrante: 5 vantaggi da considerare
Andiamo a riassumere, in definitiva, i cinque vantaggi dell’utilizzo domestico di una caraffa filtrante:
- è a favore della sostenibilità: riduce drasticamente il consumo delle bottiglie di plastica, limitando gli sprechi;
- è pratica: consente di dire addio al trasporto di pesanti casse d’acqua in bottiglia;
- rende l’acqua pura e priva di sostanze nocive;
- è economica: le uniche spese da sostenere sono quelle della caraffa stessa (una tantum) e dei filtri;
- è capiente: ne esistono di varie capacità, da 1 a 2 litri, fino ai modelli più grandi che arrivano a 5 litri (perfetti per le famiglie numerose).
Caraffa filtrante: istruzioni per l’uso
Una buona caraffa filtrante necessita di una serie di accorgimenti, legati alla manutenzione e al corretto utilizzo del prodotto, per far sì che questo duri nel tempo. Prima di lavare il serbatoio dell’apparecchio, è necessario rimuovere sempre il filtro e lavare con accuratezza tutti gli altri componenti a mano, con acqua tiepida e poco detersivo per piatti, per almeno due o tre volte alla settimana. Le cartucce filtranti, invece, non vanno lavate e devono essere sostituite approssimativamente ogni 4-6 settimane, a seconda del produttore, per far sì che la caraffa continui a funzionare correttamente, durando anche alcuni anni.