Alga tossica nelle acque della Calabria, scatta il divieto di balneazione in un comune del Crotonese

Divieto di balneazione in vigore lungo un tratto di mare della Calabria, dove è stata riscontrata una concentrazione elevatissima di un'alga tossica

Allerta lungo le coste calabre del Crotonese, dove in località Torre Melissa è stato disposto il divieto di balneazione a causa di concentrazioni superiori ai limiti di legge di un’alga potenzialmente tossica.

Si tratta della Ostreopsis ovata, un’alga microscopica che desta non poca preoccupazione poiché responsabile non solo di morie di organismi marini, ma anche di danni alla salute umana quali febbre, difficoltà respiratorie, congiuntivite, dolori muscolari e articolari.

Secondo quanto riferito dall’ANSA, la presenza dell’alga è stata riscontrata in un campionamento effettuato in data 20 giugno, a cui è seguito immediatamente il provvedimento che porta la firma del commissario straordinario del Comune di Melissa, Francesco Paolo D’Alessio.

La concentrazione della microalga sarebbe pari a 271.300 cellule per litro, eccedendo quindi di gran lunga il limite imposto dalla normativa nazionale pari a 30.000 cellule per litro.

L’Ostreopsis ovata è una microalga di origine tropicale, introdotta probabilmente nel Mediterraneo attraverso le acque di zavorra delle imbarcazioni. Le prime segnalazioni lunge le coste italiane risalgono già agli anni Novanta con fioriture che si verificano nei mesi estivi.

La pericolosità della Ostreopsis ovata non è da sottovalutare. Uno dei casi che più ha fatto parlare di sé si verificò a Genova nel 2005, quando 240 persone che avevano soggiornato in zone balneari lamentarono febbre, tosse, nausea, vomito. La possibile causa scatenante di questo malessere generale fu ricercata nelle fioriture della microalga segnalate allora.

La sua espansione, le fioriture nelle quali l’alga rilascia una sostanza tossica e i rischi significativi per l’ambiente e per l’essere umano hanno richiesto l’introduzione di un programma di monitoraggio, attivo sin dal 2007.

I dati sono raccolti dalle ARPA regionali ed elaborati dall’ISPRA. Il divieto di balneazione scatta non appena i valori limite vengono superati e resta in vigore fino a nuove analisi e concentrazioni accettabili.

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Fonti: Ansa – ISPRA

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