Acque reflue: dagli scienziati il rivoluzionario trattamento a base di lievito e alghe verdi che fa risparmiare anche energia

Un team di ricerca giapponese rivoluziona il trattamento delle acque reflue combinando lievito e alghe verdi: questa sinergia naturale non solo ottimizza il processo, ma permette anche di produrre composti utili come fertilizzanti, con massima sicurezza ambientale

Lievito e alghe verdi sono la combinazione perfetta per ottimizzare il trattamento delle acque reflue, secondo una recente scoperta dei ricercatori dell’Università Metropolitana di Osaka. Il professor Ryosuke Yamada, del Dipartimento di Ingegneria, ha guidato il team nella ricerca delle migliori combinazioni di microrganismi per aumentare l’efficienza del trattamento. La combinazione vincente? L’alga verde Chlamydomonas reinhardtii unita al lievito Saccharomyces cerevisiae.

Un sistema più efficiente per il trattamento delle acque

Nel trattamento delle acque reflue, la tecnica comunemente utilizzata è il metodo a fanghi attivi, che richiede una notevole quantità di elettricità per garantire l’apporto di ossigeno essenziale ai batteri e ad altri microrganismi deputati alla depurazione. Tuttavia, aggiungendo microalghe per la fotosintesi, si può migliorare l’efficienza energetica del sistema, poiché le alghe producono ossigeno. Questo processo presenta una sfida: bassi livelli di anidride carbonica che limitano la crescita delle alghe stesse.

Qui entra in gioco il lievito Saccharomyces cerevisiae, che emette anidride carbonica, compensando la carenza e favorendo così la fotosintesi delle alghe verdi. Il team di ricerca ha verificato che l’abbinamento tra lievito e alga verde aumenta la capacità delle alghe di assorbire ioni di ammonio e fosfato, migliorando il processo complessivo.

Il professor Yamada ha sottolineato l’elevato livello di sicurezza per l’uomo nell’uso di questi microrganismi, considerando che le acque trattate vengono rilasciate nell’ambiente. Inoltre, il mix di lievito e alghe potrebbe produrre sostanze utili, come polisaccaridi, grassi e oli, che le rendono adatte come fertilizzanti microbici. Il sistema non solo migliora l’efficienza del trattamento delle acque, ma permette anche di generare composti vantaggiosi durante il processo stesso.

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Fonte: OMU

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