Acqua pubblica: la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini e la democrazia

Acqua pubblica, vince la democrazia. Lo scorso 20 luglio una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale e quindi inammissibile, l'articolo 4 della Finanziaria-bis del 13 agosto 2011, col quale l'allora Governo Berlusconi disponeva la privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, compresi quelli idrici su cui, invece, il referendum di giugno aveva decretato la volontà popolare di lasciarli pubblici

Acqua pubblica, vince la democrazia. Lo scorso 20 luglio una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale e quindi inammissibile, l’articolo 4 della Finanziaria-bis del 13 agosto 2011, col quale l’allora Governo Berlusconi disponeva la privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, compresi quelli idrici su cui, invece, il referendum di giugno aveva decretato la volontà popolare di lasciarli pubblici.

Questa sentenza di illegittimità della norma contestata è stata motivata dalla Consulta in quanto in piena violazione dell’art. 75 della Costituzione che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare attraverso il referendum: i giudici costituzionali rilevano come quell’articolo riproponga invece nella sostanza la vecchia norma che la consultazione popolare di gugno 2011 voleva cancellare e, anzi, la restringe e la peggiora.

Questa sentenza blocca, di fatto, anche tutte le modifiche successive, compresa quella dell’attuale Governo Monti.

Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini – dichiarano in una nota il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici Si scrive acqua, si legge democrazia!

Fortunatamente la Corte Costituzionale non si è ancora sottomessa ai grandi gruppi industriali che vorrebbero impossessarsi dei beni comuni in Italia ed ha riconosciuto illegittimo l’intervento di Berlusconi. – commenta il segretario generale del Partito Umanista, Tony ManigrassoBisogna mantenere alta l’attenzione poiché credo che i poteri forti non si arrenderanno facilmente.

L’Acqua è un bene comune e pure la democrazia!

Simona Falasca

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