L'accesso alle fonti di acqua potabile è cresciuto del 12% negli ultimi 20 anni permettendoci di raggiungere l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7. Lo ha annunciato un rapporto dell'Unicef
Acqua potabile, una buona notizia. Dal 1990 al 2010 sarebbe cresciuto del 12% l’accesso alle fonti di acqua pulita permettendo così il raggiungimento dell’, volto a dimezzare la percentuale di persone senza accesso all’acqua potabile.
Ad annunciarlo è stato il rapporto Progress on Drinking Water and Sanitation 2012 realizzato nell’ambito del JMP (Joint Monitoring Programme for Water Supply and Sanitation) di UNICEF e OMS. Secono il dossier, alla fine del 2010 l’89% della popolazione mondiale, ossia oltre 6 miliardi di persone ha avuto accesso a fonti migliorate d’acqua potabile, l’1% in più rispetto alla soglia dell’88% prevista nel 2000 da già citati Obiettivi di Sviluppo del Millennio. E non è tutto. Continuando di questo passo, entro il 2015 raggiungeremo il 92%.
Si tratta certamente di un buon risultato dovuto soprattutto ai progressi raggiunti nelle regioni dell’Africa subsahariana, dove attualmente ad avere accesso all’acqua potabile è il 61% della popolazione. Il miglior paese, in quest’ambito è stato il Malawi, salito all’83% con un incremento del 48,4% rispetto ai dati registrati nel 1995. Segue il Burkina Faso che ha raggiunto una percentuale del 79% con un incremento della disponibilità di acqua potabile del 45,5%. Bene anche il Ghana in cui dal 1995 l’accesso all’acqua potabile è cresciuto del 42,2% servendo l’86% della popolazione.
E il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in una nota diffusa dall’Unicef ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto un grande traguardo per tutte le persone del mondo. Questo è il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio conseguito. Gli sforzi per ampliare le possibilità di accesso all’acqua potabile rappresentano un segnale concreto per coloro che hanno pensato che questi Obiettivi non fossero un sogno, ma uno strumento vitale per migliorare la vita di milioni di persone tra le più povere al mondo.“
“Questa è una buona notizia specialmente per i bambini”, gli ha fatto eco il Direttore dell’UNICEF Anthony Lake. “Ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla diarrea. Il raggiungimento di questo obiettivo segnerà una lunga via per salvare molti bambini.”
Ma secondo Lake, senza soffermarsi sui buoni risultati, occorre subito proseguire su questa strada, che è ancora lunga visto che il restante 11% della popolazione mondiale, ossia 783 milioni di persone, non ha ancora accesso all’acqua potabile e miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari. “I numeri sono ancora provvisori ma il risultato annunciato oggi dimostra che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio possono essere raggiunti con volontà, sforzi e risorse“.
Proprio così. Se la garanzia di poter avere l’acqua potabile è di gran lunga migliorata, non si può dire lo stesso dell‘accesso ai servizi igienici, contemplati dall’Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7, in questo caso ben lungi dall’essere raggiunto. Secondo il rapporto, infatti, solo il 63% dei Stati nel mondo ha migliorato i livelli di accesso ai servizi igienico-sanitari, e secondo una proiezione questa percentuale sarà soltanto al 67% entro il 2015: ben al di sotto della soglia del 75% prevista dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Tradotto in cifre, ciò significa che oggi 2,5 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari. “Fornire un accesso sostenibile a fonti migliorate di acqua potabile è una delle cose più importanti che possiamo fare per ridurre le malattie” ha detto la Direttrice dell’OMS Margaret Chan. “Ma questo risultato oggi è solo l’inizio. Dobbiamo continuare a garantire che questo accesso rimanga sicuro. In caso contrario, i nostri risultati saranno vani.“
Degli 1,1 miliardi di persone che per carenze di gabinetti e fognature sono ancora costrette alla defecazione in luogo aperto, la maggior parte – 949 milioni – vive in aree rurali. Anche nei paesi del cosiddetto “gruppo BRIC”, ossia Brasile, Russia, India e Cina, nonostante la rapida crescita economica, vi è ancora questo problema.
“Abbiamo raggiunto un traguardo importante, ma non possiamo fermarci qui” ha concluso il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon. “Il nostro prossimo passo è il più difficile, raggiungere le persone più povere e svantaggiate del mondo. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come un diritto umano. Ciò significa che dobbiamo assicurare che ogni persona al mondo ne abbia accesso.“
Francesca Mancuso