Acqua potabile: la nuova direttiva UE incentiva l’acqua del rubinetto con limiti più severi per gli inquinanti e più trasparenza in bolletta

Qualità migliorata, riduzione delle bottiglie di plastica e risparmio economico: cosa prevede la nuova direttiva Ue sull'acqua potabile

Qualità dell’acqua migliorata, riduzione delle bottiglie di plastica e risparmio economico: tutti i vantaggi previsti per i cittadini degli Stati Ue grazie alla nuova direttiva sull’acqua potabile 

Lo scorso 12 gennaio è entrata in vigore la nuova direttiva europea sull’acqua potabile. La notizia è passata un po’ in sordina, anche se in realtà rappresenta un traguardo di estrema importanza non soltanto perché punta a garantire acqua di rubinetto di alta qualità in tutti gli Stati dell’Ue, ma perché si tratta della prima legislazione europea adottata in seguito ad un’iniziativa dei cittadini europei (ICE). L’iniziativa Right2Water era stata lanciata nel 2012, con lo scopo di fornire a tutti i cittadini dell’Ue acqua potabile sicura e servizi igienico-sanitari in misura sufficiente. Right2Water ha raccolto oltre 1.600.000 firme, spingendo così la Commissione europea ad elaborare il testo della direttiva nel 2018, successivamente approvato dal Consiglio e, nel mese di dicembre 2020, anche dal Parlamento.

Ma cosa cambierà esattamente per i cittadini dell’Ue? Prima di esaminare tutte le novità introdotte dalla direttiva, è bene chiarire che i cambiamenti non avverranno nell’immediato. Infatti, gli Stati membri dell’Unione europea hanno due anni per recepire le modifiche nelle loro norme nazionali.

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Migliore qualità dell’acqua potabile e limiti più severi per le sostanze inquinanti

La direttiva europea nasce innanzitutto con lo scopo di migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto per incoraggiare le persone a berla invece di acquistare le bottiglie. La qualità dell’acqua viene quindi migliorata attraverso l’introduzione di limiti più severi per alcuni inquinanti. Vent’anni dopo l’entrata in vigore della prima direttiva sull’acqua potabile (98/83/CE recepita in Italia dal DLgs 31/2001), l’Ue infatti ha deciso di aggiornare e stringere la soglia per alcuni contaminanti “vecchi”, tra cui il piombo, e i nuovi (precedentemente non tracciati), come le microplastiche e i Pfas.

Inoltre, la nuova direttiva utilizza un approccio al monitoraggio dell’acqua basato sul rischio, ovvero sull’individuazione dei rischi e sulla gestione dell’intera catena di approvvigionamento dell’acqua potabile, dal bacino idrografico, all’estrazione, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione. Grazie alla nuova direttiva, vengono prese in considerazione, quindi, anche le tubature domestiche e vengono fissati i limiti in particolare per legionella e piombo, che possono contaminare l’acqua.

Meno bottiglie di plastica inquinante

La direttiva europea non punta soltanto a fornire ai cittadini europei acqua pulita e sicura, ma anche a disincentivare l’acquisto di bottiglie di plastica, che hanno un impatto devastante sull’ambiente e che finiscono per compromettere interi ecosistemi, a partire da quelli oceanici. La norma intende incrementare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua del rubinetto, sulla quale ancora troppo spesso ruotano pregiudizi e luoghi comuni.

Secondo le stime dell’Unione europea, la nuova direttiva sull’acqua potabile consentirà di ridurre il consumo di acqua in bottiglie di plastica di circa il 17%. E non si tratterebbe di fare soltanto un regalo graditissimo all’ambiente, ma anche alle nostre tasche: la Commissione europea auspica, infatti, un risparmio per le famiglie europee di circa 600 milioni di euro all’anno.

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Accesso all’acqua anche per i cittadini più vulnerabili

Inoltre, la direttiva entrata in vigore lo scorso gennaio prevede anche una serie di azioni che puntano a migliorare l’accesso di tutti i cittadini ad acqua potabile di qualità. Un maggior accesso all’acqua destinata viene, infatti, incentivato chiedendo agli Stati membri di garantire la fornitura gratuita di acqua all’esterno e all’interno degli spazi pubblici, adottare delle misure per migliorare l’accesso all’acqua per i gruppi vulnerabili, come i rifugiati, i senzatetto e le comunità nomadi. Infine, gli Stati membri possono inoltre incoraggiare la messa a disposizione di acqua potabile gratis o a prezzi modici, per i clienti nei ristoranti, nelle mense e nei servizi di ristorazione.

Maggiore trasparenza nelle bollette

Un altro importante punto su cui batte la nuova direttiva europea riguarda la trasparenza, in particolare in merito alle bollette (con dati su prezzo dell’acqua destinata al consumo umano, volume consumato dal nucleo familiare, tendenze del consumo annuo e confronto con il consumo medio di un nucleo familiare). La direttiva prevede anche un accesso libero ai dati di qualità dell’acqua erogata. Ciò significa che i cittadini europei riceveranno – ad esempio in bolletta – almeno una volta l’anno, senza bisogno di fare richiesta, le seguenti informazioni

  • le informazioni concernenti la qualità delle acque destinate al consumo umano, inclusi i parametri indicatori
  •  il prezzo dell’acqua destinata al consumo umano fornita per litro e metro cubo
  • il volume consumato dal nucleo familiare, almeno per anno o per periodo di fatturazione, nonché le tendenze del
    consumo familiare annuo, se tecnicamente fattibile e se tali informazioni sono a disposizione del fornitore di acqua
  • il confronto del consumo idrico annuo del nucleo familiare con il consumo medio di un nucleo familiare

Fonti: Unione europea/ARPAT

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