Già dall'inizio dell'estate, i produttori del nostro Paese hanno lanciato l'allarme: non si trova più CO2 per realizzare acqua e bibite gassate. Dopo Sant'Anna, che ha interrotto la produzione di acqua frizzante, anche l'amministratore delegato di Pejo e Goccia di Carnia sottolinea che il momento è particolarmente critico
Se ne parla già da circa un mese: inizia a scarseggiare la CO2, ovvero l’anidride carbonica che si aggiunge all’acqua minerale naturale in modo da creare l’effetto bollicine che tante persone amano.
All’inizio è stato il marchio Sant’Anna ad evidenziare il problema, ma ora anche altri operatori di settore confermano che la situazione è critica e presto potremmo non trovare più tanto facilmente l‘acqua frizzante al supermercato.
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A sottolineare come al momento sia complesso rifornirsi di anidride carbonica è Samuele Pontisso, amministratore delegato di Pejo e Goccia di Carnia (del gruppo Fonti Italiane srl) intervistato dall’Adige.
Lo scenario che si prospetta nei prossimi mesi potrebbe essere duro per gli amanti dell’acqua gassata. Pontisso ha infatti dichiarato che il problema potrebbe persistere per tutta l’estate ed è parecchio grave in quanto:
da un po’ di tempo ormai manca la continuità di fornitura. Non è una problematica generale, si diffonde a “macchia di leopardo”: un giorno il prodotto c’è, il giorno dopo no. Noi non siamo mai stati per più di due o tre giorni senza produrre acqua gassata.
Questa discontinuità nelle consegne, però, non può che ritorcersi contro i consumatori:
Sicuramente la mancanza di CO2 crea ritardi nelle consegne e influisce sui clienti finali, per i quali cerchiamo in tutti i modi di incastrare i tempi, ma non è facile. Magari un giorno consegniamo l’acqua naturale, ma dobbiamo recuperare la frizzante. Non riusciamo a produrre in serie e questo crea problemi logistici non da poco nei nostri servizi agli acquirenti.
E il rischio di un aumento spropositato dei prezzi (considerando anche che qualcuno se ne approfitta un po’ troppo) è dietro l’angolo. Come ha dichiarato Pontisso in merito ai prezzi d’acquisto dell’acqua gassata:
Dal nostro punto di vista, sono letteralmente esplosi. Con cadenza quasi settimanale ci arrivano adeguamenti che i fornitori fanno per sopperire ai costi di produzione e di trasporto. Se compriamo la CO2 in Spagna ad esempio costa quattro o cinque volte in più del normale, in Olanda il doppio. Ma visto il momento, pur di non creare un disservizio siamo pronti a spendere quanto necessario.
La Sant’Anna – come già dicevamo – ha segnalato per prima il problema, annunciando la sospensione della produzione della sua acqua frizzante, ma tutti gli altri marchi stanno tentando invece di resistere quanto più possibile alla situazione incerta.
Ma come si è arrivati a questo punto? Il presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, Alberto Bertone, ha spiegato una possibile motivazione del perché, al momento, vi è carenza di CO2:
Le aziende di Co2 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità, saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. Così l’acqua gassata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita.
Ma di certo, ricorda Pontisso, anche guerra, rincari e instabilità generale, non aiutano affatto, anzi danno il “colpo di grazia” ad una situazione già critica.
Delle motivazioni della carenza di CO2 abbiamo parlato approfonditamente in un precedente articolo:
Ma come mai non si può produrre più CO2 per soddisfare tutte le richieste? Considerate che l’anidride carbonica viene sfruttata in molti settori, tra cui anche quello metallurgico. A questa domanda Pontisso ha risposto:
È molto semplice: si tratta di un prodotto derivato che non può essere creato autonomamente. Serve che vengano realizzati altri materiali, dai quali ricavare la CO2 ma, in questo momento, ciò non sta avvenendo.
Insomma, quest’estate potrebbe diventare sempre più difficile trovare acqua frizzante ma anche altre bibite gassate. Staremo a vedere se si riuscirà a trovare una soluzione per accontentare tutti: ovvero continuare a produrre acqua gassata senza aumentare troppo i prezzi.
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Fonte: L’Adige
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