Ridurre la vendita delle bottiglie di plastica nei campus statunitensi e incentivare l'uso di materiali riutilizzabili, come il vetro, e l'installazione di erogatori di acqua potabile gratuita in tutti i college universitari. Questa la battaglia portata avanti da centinaia di studenti americani, che negli ultimi mesi si sono uniti nel movimento attivista "Ban the bottle" (metti al bando la bottiglia) per ridurre la diffusione e il consumo di bottiglie di plastica nei campus.
Ridurre la vendita delle bottiglie di plastica nei campus statunitensi e incentivare l’uso di materiali riutilizzabili, come il vetro, e l’installazione di erogatori di acqua potabile gratuita in tutti i college universitari. Questa la battaglia portata avanti da centinaia di studenti americani, che negli ultimi mesi si sono uniti nel movimento attivista “Ban the bottle” (metti al bando la bottiglia) per ridurre la diffusione e il consumo di bottiglie di plastica nei campus.
Secondo quanto riportato dalla Bloomberg News, le università americane che hanno aderito a questa iniziativa, optando per l’istallazione di nuovi distributori di acqua filtrata gratuita, sono ormai 90 e il numero è destinato a crescere grazie all’entusiasmo e alla partecipazione attiva di studenti di ogni età: dalle matricole ai laureandi.
I grandi colossi delle acqua in bottiglia però non ci stanno e stanno mettendo in pratica tutte le possibile strategie di marketing per far arretrare il movimento, sostenendo che la plastica è il più economico dei materiali. Ma non è tutto: la Bottled Water Association, Associazione americana delle Acque in Bottiglia, ha lanciato proprio in questi giorni un video su youtube per combattere, a loro dire, la “disinformazione” diffusa tra gli studenti e incoraggiarli invece a battersi per la libertà di scelta e di acquisto.
Ma gli universitari continuano la loro battaglia, sostenendo che la plastica è un materiale dispendioso. Secondo quanto riferito dal gruppo “Ban the Bottle” infatti, ci vogliono ben 17 milioni di barili di greggio all’anno per produrre tutte le bottiglie di plastica utilizzate negli Stati Uniti. Un’enormità, soprattutto se pensiamo che con la stessa quantità di petrolio si alimentano ogni anno 1 milione e 300.000 automobili.
E c’è di più: a chi contesta il movimento dicendo che la plastica può essere riciclata e riutilizzata, gli studenti rispondono che – comunque vada – ci sono dai 30 ai 40 milioni di bottiglie che ogni anno finiscono in discarica, contribuendo così all’inquinamento ambientale.
E così da Seattle a Boston, passando per la Pennsylvania, una lunga lista di università americane ha deciso di mettere al bando (o almeno di limitare) il consumo di acqua imbottigliata, sostituendo i vecchi distributori di bottigliette inquinanti con nuovi erogatori di acqua gratuita.
Non male per il Paese che detiene il triste primato mondiale del più alto consumo di plastica!