Acqua all'arsenico nel Lazio. Il caos incombe sull'oro blu in alcune aree della Regione. L'Unione Europea aveva già avvisato che il 31 dicembre 2012 sarebbe scaduta ogni proroga per le deroghe ai parametri delle acque potabili. E adesso, oltre a lasciare all'asciutto molti comuni del Lazio, la presenza di arsenico nell'acqua potrebbe anche costare cara per via della mega multe che Bruxelles potrebbe infliggerre al nostro paese
Acqua all’arsenico nel Lazio. Il caos incombe sull’oro blu in alcune aree della Regione. L’Unione Europea aveva già avvisato che il 31 dicembre 2012 sarebbe scaduta ogni proroga per le deroghe ai parametri delle acque potabili. E adesso, oltre a lasciare all’asciutto molti comuni del Lazio, la presenza di arsenico nell’acqua potrebbe anche costare cara per via della mega multa che Bruxelles potrebbe infliggerre al nostro paese.
Una storia che si trascina da anni quella dell’acqua contaminata nel Lazio, precisamente dal 4 dicembre 2010. Fino all’ultimatum concesso lo scorso marzo, quando lo stato d’emergenza relativo alle elevate concentrazioni di arsenico riscontrate nell’acqua destinata all’uso umano in alcuni comuni del Lazio era stato prorogato fino al 31 dicembre 2012.
Anche il 31 dicembre in un batter d’occhio è arrivato, ma la situazione è rimasta più o meno la stessa. Dall’inizio del 2013, per i circa 300mila abitanti delle aree a rischio, saranno applicate le restrizioni che limiteranno l’uso dell’acqua potabile fino a quando non saranno del tutto sicure. L’acqua non potrà essere bevuta, non potrà essere utilizzata per lavarsi i denti o per l’industria alimentare. E i comuni interessati dovranno garantirla attraverso i rifornimenti con autocisterne.
Un danno che riguarda non solo i cittadini, la cui salute è stata messa a rischio dalla pericolosa sostanza, ma anche delle loro tasche visto che l’Ue è già sul piede di guerra ed è pronta a sanzionare l’Italiia. Secondo alcune stime dei Verdi, la crisi dell’acqua all’arsenico costerà da 250.000 a 500.000 euro al giorno, almeno fino a quando l’emergenza non rientrerà. Ciò significa che ogni giorno in più con l’arsenico pesa 300mila euro già dal Primo gennaio. La cifra sarà sottratta dall’Ue dai fondi destinati all’Italia.
E l’acqua ha fatto scattare la scintilla anche tra il ministro della Salute Renato Balduzzi e il presidente della Regione Renata Polverini. Balduzzi, durante un colloquio con il governatore del Lazio ha sollecitato la regione “ad adottare con urgenza ogni misura per far fronte ai disagi della popolazione” a causa delle “concentrazioni nelle acque destinate al consumo umano di arsenico e/o di fluoro superiori ai limiti“. Tutto questo nonostante gli avvisi inviati alla Regione da parte del Ministero, e le pressioni legate alla imminente scadenza delle deroghe.
Intanto i rubinetti del Lazio, nel comune di Viterbo restano a secco, in attesa che l’emergenza venga risolta nel più breve tempo possibile.
L’elenco dei comuni interessati nel Comune di Viterbo:
Per quanto riguarda, dunque, i comuni della provincia di Viterbo questi quelli ancora fuori-norma per arsenico e fluoruri secondo i dati forniti dall’Asl di Viterbo aggiornati a dicembre 2012:
Acquapendente, Arlena di Castro, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano In Teverina, Bassano Romano, Blera, Bolsena, Bomarzo, Calcata, Canepina, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S. Elia, Castiglione In Teverina, Celleno, Cellere, Civita Castellana, Civitella D’Agliano, Corchiano, Fabrica Di Roma, Faleria, Farnese, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte Di Castro, Ischia Di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montalto Di Castro, Monte Romano, Montefiascone, Monterosi, Nepi, Onano, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo, Soriano Del Cimino, Sutri, Tarquinia, Tessennano, Tuscania, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S. Giovanni In Tuscia, Viterbo, Vitorchiano
Francesca Mancuso
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