Dalle parole ai fatti. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, dopo aver promesso durante l’incontro del 23 febbraio di attivarsi in favore della completa attuazione dei referendum dell’acqua pubblica, ha inviato una lettera all’Autorità per l’energia elettrica e il Gas e ai presidenti delle Regioni nella quale “si sottolineal’esigenza di dare concreta attuazione al riordino complessivo della gestione del sistema idrico italiano per assicurare l’uso efficiente e ben distribuito dell’acqua”.
Dalle parole ai fatti. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, dopo aver promesso durante l’incontro del 23 febbraio di, ha inviato una all’Autorità per l’energia elettrica e il Gas e ai presidenti delle Regioni nella quale “si sottolineal’esigenza di dare concreta attuazione al riordino complessivo della gestione del sistema idrico italiano per assicurare l’uso efficiente e ben distribuito dell’acqua”.
A oltre sei mesi dai referendum del 12 e 13 giugno 2011, infatti, le Autorità d’Ambito territoriale ottimale e i vari gestori del servizio idrico integrato hanno letteralmente ignorato l’esito. A partire dalla quota di “remunerazione del capitale investito” ancora presente nelle bollette degli italiani, nonostante questi avessero votato per abrogare i profitti nella gestione del servizio idrico integrato. Da qui era partita, a inizio febbraio, una campagna di “obbedienza civile” in cui si invitava tutti a pagare solo cioè che è previsto per legge e dunque a ridursi le bollette.
Proprio per questo, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua aveva occupato il Ministero e ottenuto un incontro con Clini il quale si era da subito dimostrato sensibile al problema e pronto a intervenire. Nel corso dell’udienza, infatti, il ministro aveva fatto notare come si fosse già attivato in materia con due interventi normativi: il primo contenuta nel decreto Salva Italia per la regolamentazione delle tariffe e il secondo, in previsione, attraverso un decreto di riordino complessivo del sistema idrico italiano.
“Il risultato del referendum non è in discussione –aveva confermato il ministro Clini nel corso dell’incontro. – Il nostro obiettivo è organizzare un sistema che garantisca complessivamente un approvvigionamento idrico più efficiente, tenendo conto della necessità di reperire risorse per provvedere alla manutenzione della rete idrica. L’acqua è un bene pubblico e va gestita come tale”.
Parole alla quale Clini ha dato più concretezza attraverso l’invio il giorno dopo di una lettera definita anche dal Forum “inequivocabile”:“Desidero segnalare l’esigenza di dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, con la sentenza 26/2011, in merito all’abrogazione del comma 1 dell’articolo 154 del D.lgs 152/06, relativo all’adeguata remunerazione del capitale investito, così come stabilito dal DPR 18 luglio 2011 n. 116. Si ritiene infatti che il provvedimento in materia tariffaria debba essere adottato anche nelle more dell’emanazione del DPCM attuativo di cui all’articolo 21, comma 19 del DL n. 201 del 6 novembre 2011, convertito in legge n. 214 del 22 dicembre 2011”. Si legge nella lettera.
Dopo questo intervento non ci sono dunque più alibi: alle autorità d’Ambito e ai gestori non resta che rispettare il voto referendario modificando immediatamente le tariffe vigenti e restituendo ai cittadini quanto fino ad ora riscosso indebitamente.
“La campagna di obbedienza civile proseguirà in tutti i territori sino all’ottenimento del pieno rispetto del risultato referendario e alla completa ripubblicizzazione delle gestioni del servizio idrico integrato. – Fanno sapere soddisfatti dal Forum – Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia”.
Simona Falasca
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