Clima: USA e Cina finalmente d’accordo sulla riduzione dei gas serra

Storico accordo tra USA e Cina per ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera

Cambiamenti climatici: Usa e Cina sono finalmente d’accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Dopo mesi di trattative, a Pechino arriva l’intesa tra le due potenze, entrambe in cima della classifica di Paesi più inquinanti, che prevede nuovi limiti per ridurre i gas serra da prendere all’unisono.

L’annuncio è stato dato in una conferenza congiunta dai leader Barack Obama e Xi Jinping e il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon ha parlato di “un importante contributo all’accordo sul clima che sarà raggiunto a Parigi il prossimo anno“, se solo si considera che Cina e Stati Uniti sono responsabili della produzione di circa il 45% delle emissioni di CO2 al mondo.

L’amministrazione guidata da Obama si è impegnata a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 25-28% entro il 2025, sulla base dei dati fissati nel 2005. Mentre la Cina si è impegnata a fermarne l’aumento entro il 2030.

Dall’altro lato, Pechino si è vincolata anche ad un aumento della percentuale di energia non prodotta da combustibili fossili al 20% del totale del proprio mix energetico entro il 2030, più che raddoppiando i valori dello scorso anno (nel 2013 era attorno al 10%). La Cina dovrà anche sviluppare mille gigawatt di energia pulita da fonti rinnovabili e dal nucleare, entrambi settori in forte espansione nel Paese.

In vista dell’appuntamento del prossimo anno di Parigi 2015 e della conferenza di Lima sul clima di dicembre, l’Unione Europea aveva già predisposto un taglio delle emissioni inquinanti entro il 2030 del 40% rispetto ai valori del 1990. Insomma, tutto fa pensare a un’azione globale sul cambiamento climatico e a un accordo globale ONU sul clima nel 2015.

Tutti i Governi devono ora accelerare il ritmo e la portata dei loro impegni per i negoziati sul clima delle Nazioni Unite. E dovrebbero iniziare nel corso della riunione del G20 di questo fine settimana, annunciando di voler porre fine ai sussidi ai combustibili fossili (impegno già preso a Pittsburgh nel 2009): 88 miliardi di dollari che ogni anno vanno ad alimentare la maggiore fonte di anidride carbonica e, quindi, il cambiamento climatico – dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia –. Siamo alla vigilia della COP 20 di Lima, poi c’è un anno di negoziati sino al traguardo di Parigi, alla fine del 2015. Il fatto che Cina e USA abbiano messo sul piatto un primo impegno è un ottimo inizio, vuol dire che non si arriverà all’ultimo momento con le carte tutte coperte, come avvenne a Copenaghen, provocando poi il sostanziale fallimento del tentativo di concludere un accordo globale significativo. In termini di numeri, lo prendiamo come un primo impegno, la scienza del clima e l’equità richiedono più azione“.

Il WWF invita adesso gli altri leader, a partire da quelli delle maggiori economie, ad annunciare ora i loro impegni di riduzione delle emissioni e di aiuti finanziari entro l’inizio del prossimo anno.

Anche Legambiente esprime la sua soddisfazione in merito all’accordo tra Washington e Pachino, ma auspica impegni più ambiziosi: “Bisogna andare avanti affinché tra un anno a Parigi si raggiunga finalmente un accordo globale, rinnovando il protocollo di Kyoto – dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. L’Unione europea deve essere meno timida nella sue scelte, era partita bene ma poi si è fermata. Investa con decisione nelle nuove tecnologie per le energie rinnovabili e l’efficienza, che sono una soluzione concreta e a portata di mano per un cambiamento ambientale, sociale e industriale. Anche il governo italiano punti finalmente su questo spazio di mercato che ci consentirebbe di uscire dalla crisi economica e climatica, invece di aprire la strada a nuove trivellazioni”.

E così anche Greepeace: “L’impegno siglato oggi da USA e Cina e gli obiettivi che l’UE si è posta per il 2030 rappresentano una base su cui lavorare in vista di Parigi 2015, un buon segnale ma non è ancora sufficiente – dichiara Luca Iacoboni, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. Questi accordi sono ancora lontani dal cambiare le regole del gioco nella lotta al riscaldamento globale e dal dare una risposta efficace al problema dei cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono ormai visibili quotidianamente in ogni parte del Pianeta. Gli annunci di oggi devono essere solo il punto di partenza su cui costruire politiche ambiziose e non un traguardo su cui adagiarsi“.

Germana Carillo

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