Abbiamo sempre sottovalutato la diavolina: studio svela il reale impatto degli accendifuoco sull’inquinamento atmosferico

Utilizzare gli accendifuoco per la stufa o il barbecue vuol dire immettere nell'atmosfera terrestre un inquinante molto pericoloso, sia per l'ambiente che per la nostra salute: il nerofumo

I comuni accendifuoco, utilizzati per accendere il fuoco nel camino o per dare innesco alla stufa, rilascerebbero nell’aria delle nostre case inaspettate ed elevate quantità di agenti inquinanti pericolosi per la nostra salute e per l’ambiente.

A rivelarlo uno studio internazionale condotto dall’Università di Galway, che ha visto la partecipazione di ricercatori provenienti da Irlanda, Cina e India, che hanno scoperto anche una connessione fra l’uso domestico degli accendifuoco e il peggioramento della crisi climatica in atto.

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Lo studio

Anche se utilizzati in piccole quantità e per un breve periodo di tempo, i dispositivi accendifuoco per stufe e camini rilasciano nell’atmosfera enormi quantità di nerofumo: si stima che l’utilizzo di questi dispositivi rilasci in atmosfera più gas serra di quelli rilasciati da tutte le fonti fossili messe insieme.

La grafica che riportiamo qui sotto riporta i fattori di emissione di nerofumo, ovvero il rapporto fra la quantità di materiale combusto e l’emissione di questo inquinante, dei dispositivi accendifuoco e delle principali fonti fossili.

A parità di sostanza combusta, i dispositivi accendifuoco rilasciano in atmosfera una quantità di nerofumo più che doppia rispetto a quella emessa dalle altre fonti energetiche a combustibile solido (legno, torba, carbone).

nerofumo

@Climate and Atmospheric ScienceIl nerofumo, meglio noto come nero di carbonio, è una forma di particolato carbonioso che viene prodotto durante la combustione di cherosene e alcani idrocarburi presenti negli accendifuoco e rappresenta una dei più pericolosi agenti inquinanti nell’aria.

Esso è secondo solo al diossido di carbonio (CO2) per il suo ruolo di forzante radiativo, ovvero di alteratore del bilancio fra l’energia che, sotto forma di calore, entra e esce dall’atmosfera terrestre. Ecco perché la sua presenza nell’aria aggrava gli effetti del riscaldamento climatico.

Vi sono poi le conseguenze della presenza del nerofumo nell’aria sulla salute delle persone: ricordiamo che ogni anno si registrano circa 7 milioni di morti premature in conseguenza dell’inquinamento dell’aria, mentre un numero ancora più alto riguarda le persone che si ammalano a causa dell’aria inquinata.

Lo studio si è concentrato sulla qualità dell’aria in Irlanda, ma la presenza del nerofumo può essere immaginata anche in altri Paesi in Europa e nel resto del mondo – soprattutto ora che, a causa dell’aumento della crisi energetica dovuta al conflitto in Ucraina, molte persone hanno scelto di tornare all’uso di stufe a biomassa per il riscaldamento domestico.

Si stima infatti che, solo nel nostro continente, vi siano circa 70 milioni di stufe a legna, caminetti e altri apparecchi per il riscaldamento a combustibile solido – e questa cifra sarebbe in aumento per la stagione invernale 2023/2024.

Secondo gli autori dello studio, è necessario da una parte creare nuove leggi a protezione della qualità dell’aria, mettendo limiti più severi alla presenza di agenti inquinanti; dall’altra parte, è urgente trovare soluzioni alternative e meno inquinanti all’utilizzo dei combustibili fossili per riscaldarsi e produrre energia.

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Fonte: Climate and Atmospheric Science

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