L'analisi che mappa la struttura dei “planetary boundary”, i cosiddetti limiti planetari, mostra come le attività umane stiano avendo un impatto devastante sul Pianeta, aumentando il rischio di innescare cambiamenti drammatici. Ora, è l’indicatore globale per l’acidificazione degli oceani ad essere molto vicino a oltrepassare la soglia di sicurezza
Abbiamo praticamente quasi oltrepassato un nuovo limite planetario, il settimo, dopo le sei soglie di sicurezza che già abbiamo abbondantemente superato, aumentando così le probabilità di danneggiare in modo permanente il Pianeta e innescare cambiamenti irreversibili.
A dirlo è l’ultimo rapporto sullo stato di salute della Terra del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), l’Istituto di ricerca tedesco che affronta le questioni scientifiche legate al cambiamento ambientale globale.
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La nuova soglia che è quasi superata è quella di acidificazione degli oceani. Finora sono già compromesse 6 delle 9 soglie individuate nel 2009: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, modifiche ai cicli di azoto e fosforo, sfruttamento del suolo, inquinamento chimico, ciclo dell’acqua.
Quali sono i limiti planetari e quali abbiamo superato
Lo studio rappresenta il terzo aggiornamento del quadro portato avanti da 29 scienziati provenienti da otto Paesi diversi sin dal 2009. Per la prima volta, un team internazionale di scienziati è in grado di fornire uno schema dettagliato della “resilienza planetaria” mappando tutti e nove i processi di confine che definiscono uno spazio operativo sicuro per l’umanità.
Questo aggiornamento sui confini planetari descrive chiaramente un paziente che non sta bene, mentre la pressione sul Pianeta aumenta e i confini vitali vengono violati. Non sappiamo per quanto tempo potremo continuare a oltrepassare questi limiti fondamentali prima che pressioni combinate portino a cambiamenti e danni irreversibili, afferma il ricercatore e coautore del Centro Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e professore di scienze ambientali presso lo Stockholm Resilience Center dell’Università di Stoccolma.
I 9 limiti:
- Crisi climatica (superato)
- Cambiamento nell’integrità della biosfera (superato)
- Cicli biogeochimici (superato), con cui si indica il percorso chiuso seguito da un elemento chimico all’interno dell’ecosfera, e quelli dell’azoto e del fosforo sono fondamentali per il nostro sostentamento.
- Acidificazione degli oceani (quasi superato), in genere si parla di “serbatoio di carbonio” per indicare quei depositi, naturali o artificiali che siano in grado di assorbire carbonio sottraendolo all’atmosfera, mitigando così l’effetto serra legato all’eccesso di emissioni. Uno dei pozzi di carbonio naturali più importanti è l’oceano, che oggi assorbe il 25% di tutta l’anidride carbonica emessa. Il problema è che, dissolvendosi negli oceani, l’anidride carbonica forma acido carbonico, andando così a ridurre il pH dell’acqua, con effetti nocivi per la vita marina. L’acidificazione è problematica soprattutto per i coralli
- Cambiamento dei sistemi terrestri (superato), uno degli impatti più significativi dell’attività umana riguarda il consumo di suolo, la quantità di territori naturali come foreste, praterie e zone umide modificati e sfruttati
- Disponibilità di acqua dolce (superato in parte)
- Riduzione dello strato di ozono (non superato)
- Quantità di particolato atmosferico (non esattamente quantificabile)
- Livello di inquinamento chimico (superato)
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