Nonostante gli impegni presi alla COP26, la deforestazione continua, in particolare in Brasile, Repubblica Democratica del Congo e Bolivia, secondo un nuovo studio di Global Forest Watch
Nel 2022 in tutto il mondo sono andati perduti 4,1 milioni di ettari di foresta tropicale primaria, un’area grande quanto la Svizzera, o l’equivalente di 11 campi da calcio al minuto. Questa distruzione ha generato 2,7 miliardi di tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni annuali dell’India, su 43 miliardi di tonnellate emesse in tutto il mondo ogni anno.
Sono i nuovi dati diffusi dal Global Forest Watch del World Resources Institute (WRI) e dall’Università del Maryland che registrano un vertiginoso aumento, tra l’altro poco tempo dopo che i capi di 145 Paesi avevano promesso alla COP26, nella Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e sull’uso del suolo, di arrestare e invertire la perdita di foreste entro la fine del decennio, riconoscendo l’importante ruolo delle foreste nella lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità.
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Eppure i numeri sono questi: invece di un costante calo della perdita di foreste primarie per raggiungere tale obiettivo, la tendenza si sta muovendo nella direzione sbagliata e, no, l’umanità non è sulla buona strada per rispettare i grandi impegni legati alle foreste.
Principali Paesi per perdita di foreste primarie, il Brasile in testa
A livello nazionale, mentre la perdita di foreste primarie è aumentata nei due Paesi con più foreste tropicali, Brasile e Repubblica Democratica del Congo, è aumentata rapidamente in altre nazioni come il Ghana e la Bolivia. Nel frattempo, l’Indonesia e la Malesia sono riuscite a mantenere i tassi di perdita di foreste primarie vicino a livelli record.
In Brasile, il tasso di perdita di foreste primarie è aumentato del 15% dal 2021 al 2022, con la stragrande maggioranza della perdita di foreste primarie avvenuta in Amazzonia. Le perdite non legate agli incendi, che nell’Amazzonia brasiliana sono più spesso dovute a una netta deforestazione, hanno raggiunto il livello più alto dal 2005.
Questo alto tasso di perdita di foreste primarie si è verificato durante l’ultimo anno dell’amministrazione del presidente brasiliano Jair Bolsonaro. La perdita di foreste in Brasile si era ridotta drasticamente all’inizio degli anni 2000 sotto il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (Lula), ma poi il disastro è praticamente coinciso con l’erosione delle protezioni ambientali da parte di Bolsonaro, lo sventramento delle forze dell’ordine, il tentativo di concedere l’amnistia per la deforestazione illegale e il tentativo di indebolimento dei diritti degli indigeni.
La rielezione del presidente Lula, ora, potrebbe invertire questa tendenza.
In ogni caso, almeno per ora, il Brasile rimane di gran lunga il Paese con la maggior perdita di foreste primarie tropicali: nel 2022 rappresentava il 43% del totale globale. I suoi 1,8 milioni di ettari di foresta primaria persa hanno provocato 1,2 Gt di emissioni di anidride carbonica, ovvero 2,5 volte le emissioni annuali di combustibili fossili del Brasile . Oltre all’impatto del carbonio, la perdita di foreste in Amazzonia influisce sulle precipitazioni regionali e potrebbe portare a un “punto di svolta” oltre il quale la maggior parte dell’ecosistema diventerà una savana.
In Brasile, la perdita di foreste primarie è aumentata nell’Amazzonia occidentale. Gli stati di Amazonas e Acre hanno registrato alcuni dei livelli più alti di perdita di foreste primarie mai visti nel 2022.
Perché le foreste sono importanti?
Le foreste sono ecosistemi fondamentali per combattere il cambiamento climatico, sostenere i mezzi di sussistenza e proteggere la biodiversità.
Mirare a ridurre la deforestazione è una delle misure terrestri più convenienti per mitigare il cambiamento climatico. Le foreste sono sia una fonte che un deposito di carbonio, rimuovendo l’anidride carbonica dall’aria quando sono in piedi o ricrescono e la emettono quando vengono ripulite o degradate.
Inoltre, circa 1,6 miliardi di persone, tra cui quasi 70 milioni di popolazioni indigene, dipendono dalle risorse forestali per il loro sostentamento . La deforestazione, soprattutto ai tropici, influisce anche sulle temperature e sulle precipitazioni locali in modi che possono aggravare gli effetti locali del cambiamento climatico globale, con conseguenze per la salute umana e la produttività agricola.
Infine la biodiversità: le foreste ospitano la maggior biodiversità di qualsiasi ecosistema sulla Terra. Ci è quanto mai necessario, insomma, bloccare a tutti i costi la deforestazione.
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Fonte: Global Forest Watch
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