Installazione impianti fotovoltaici senza DIA: ecco cosa cambia

D'ora in poi sarà possibile effettuare l'installazione di moduli fotovoltaici e pannelli solari per riscaldamento e acqua calda senza necessità di una DIA (Denuncia di Inizio Attività). Il Senato ha infatti approvato in via definitiva il ddl di conversione del DL 40/2010, denominato decreto incentivi, che entrerà in vigore nell'arco di pochi giorno, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

D’ora in poi sarà possibile effettuare l’installazione di moduli fotovoltaici e pannelli solari per riscaldamento e acqua calda senza necessità di una DIA (Denuncia di Inizio Attività). Il Senato ha infatti approvato in via definitiva il ddl di conversione del DL 40/2010, denominato decreto incentivi, che nella veste di legge dello Stato italiano, entrerà in vigore nell’arco di pochi giorno, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Come già annunciato in occasione del lancio degli eco-incentivi 2010, dunque, cambiano le regole per i lavori di manutenzione straordinaria della propria abitazione, tra cui appunto l’installazione del fotovoltaico (senza serbatoi esterni “a vista” e al di fuori delle zone non soggette a vincoli architettonici e paesaggistici). Basterà inviare all’ufficio tecnico comunale di competenza una Comunicazione Preventiva, senza aspettare i 30 giorni previsti fino ad ora.

Per quanto riguarda la documentazione – una relazione tecnica corredata dagli elaborati progettuali e firmata da un tecnico abilitato – cambia poco rispetto a prima, benché il tecnico in questione debba dichiarare di non avere rapporti di dipendenza né con l’impresa che esegue i lavori né con il committente.

Regole differenti anche per la fase successiva all’effettuazione dei lavori: d’ora in avanti non sarà più necessario comunicare la data di fine lavori, né inviare il certificato di collaudo. La “liberalizzazione” non riguarda solo il fotovoltaico, ma anche l’eliminazione di barriere architettoniche, la costruzione di pavimentazioni e aree ludiche senza fini di lucro, e infine la realizzazione di opere temporanee come serre e mobili stagionali.

Non sono mancate tuttavia le polemiche, sia da parte di Legambiente che da parte del Cnappc (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), i quali accusano la norma di essere una “deregulation dannosa per il settore e pericolosissima per la sicurezza degli edifici […] l’assenza di controllo da parte dei professionisti abilitati determinerà la proliferazione di interventi progettuali di scarsa qualità senza alcuna garanzia per l’utente e la collettività, in dispregio alle norme sulla qualità dei cantieri e sulla sicurezza”. Di parere contrario il governo, che ha promosso il decreto con il motto “tutti padroni a casa propria”, ovvero: “velocizzare il Piano Casa, ora regolamentato da leggi regionali che, in molti casi, non stanno dando i risultati attesi”.

Staremo a vedere…

Roberto Zambon

Per approfondire l’argomento leggi anche l’articolo sulle ristrutturazioni senza DIA

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook