Muse: a Trento il Museo della Scienza di Renzo Piano, oro di sostenibilità

Efficienza energetica, risparmio idrico, sostenibilità dei materiali. Questi i pilastri su cui è stato costruito il Muse, il Museo della Scienza di Trento, realizzato da Renzo Piano nella zona dell'ex fabbrica Michelin

Efficienza energetica, risparmio idrico, sostenibilità dei materiali. Questi i pilastri su cui è stato costruito il Muse, il Museo della Scienza di Trento, realizzato da Renzo Piano nella zona dell’ex fabbrica Michelin.

L’inaugurazione ha avuto luogo sabato 27 luglio. Una costruzione futuristica quella dell’architetto ligure, caratterizzata dallo stile che contraddistingue le sue opere. Il Muse si estende per 12.600 metri quadri, ma l’area espositiva si sviluppa su 6 piani e occupa una superficie di circa 5.000 metri quadrati. Di questi, 2.700 mq sono dedicati alle mostre permanenti, 780 mq alle esposizioni temporanee, 700 mq ad una serra tropicale, 100 mq ad angolo per bambini piccoli e di 680 mq a mostre istantanee e vari eventi culturali.

Al suo interno, gli spazi di lavoro includono uffici, laboratori di ricerca, laboratori, aree di stoccaggio per le collezioni scientifiche e per le mostre, gli archivi e la biblioteca tecnica spazi. L’area pubblica è costituita da spazi espositivi, area per bambini, sala conferenze, laboratori, laboratori di didattica, una serra tropicale, la biblioteca e una caffetteria. I lavori per la sua costruzione sono durati quasi 10 anni fa.

Stiamo toccando i risultati di una visioneha detto il Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, durante l’inaugurazione. “Questo terreno ci ha dato la possibilità di cogliere un’opportunità straordinaria: quella di guardare lontano, al futuro”.

La sostenibilità è ciò su cui ha puntato Piano, avvalendosi della consulenza di Habitech. Grazie a questo, il Muse ha vinto “l’oro” della sostenibilità. Lo scorso 13 giugno il Museo delle Scienza di Trento ha ottenuto la certificazione LEED® NC 2.2 Gold, rilasciata dall’ente certificatore GBCI (Green Building Certification Institute) di Washington.

Come è stata messa in pratica? Diverse le strategie, dalla scelta dei materiali e alle modalità di gestione delle attività di costruzione, alla relazione con il contesto e con i servizi, dai percorsi pedonali al trasporto pubblico, senza escludere le soluzioni per ridurre i consumi energetici ed idrici. Il Muse prevede anche un parcheggio per le biciclette, con spogliatoi e docce, e un numero limitato di posti auto per incentivare l’utilizzo di trasporto pubblico da parte dei visitatori. Inoltre, essendo nei pressi della pista ciclabile, potrà essere raggiunto agevolmente servendosi delle due ruote.

Per quanto riguarda la strategia energetica, al suo interno vi si trovano il ricorso intensivo alle rinnovabili, fotovoltaico e geotermia, nel contesto di un intero comparto servito dalla nuova centrale di trigenerazione. Spiegano i suoi ideatori in un comunicato che “integrato è stato l’approccio al “sistema acqua”, con risparmio dell’uso di acqua potabile quintuplicato rispetto ai migliori benchmark di riferimento grazie all’adozione incrociata di sistemi di riduzione e il riutilizzo dell’acqua piovana”.

Importanti sono state anche le prestazioni degli spazi interni, organizzati in modo da dare spazio alla luce naturale e l’uso di materiali a basse emissioni. I materiali usati per la costruzione sono per la maggior parte di provenienza locale per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto. Tra quelli più sostenibili il bambù (di produzione italiana) come legno per la pavimentazione delle zone espositive. Quasi tutti i rifiuti delle attività di costruzione sono stati riciclati.

Tra 3.300 metri quadri di esposizioni permanenti e di 500 metri quadri di mostre temporanee, inoltre, verrà realizzata una sezione espositiva dove i visitatori potranno conoscere le strategie per rendere gli edifici più sostenibili ed efficienti.

Francesca Mancuso

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