“Licenza di caccia libera”, lo scioccante emendamento presentato in manovra per sparare in città e nelle aree protette

In Commissione Bilancio è stato presentato un emendamento che autorizza spari “no limits” anche in città e nelle aree protette, demolendo di fatto i capisaldi della nostra legislazione ambientale (legge 157/92 e 394/91) e, contestualmente, la maggioranza manifesta la volontà anche di smantellare le prerogative istituzionali del Ministero dell’Ambiente, esautorandolo delle sue competenze sulla fauna selvatica che verrebbero trasferite nelle mani del Ministero dell’agricoltura

Licenza di uccidere gli animali selvatici anche in parchi e nelle aree protette”: è esattamente questo il contenuto di un emendamento alla Legge di Bilancio presentato dal gruppo Fratelli di Italia che demolisce di fatto i capisaldi della nostra legislazione ambientale (Leggi 157/92 e 394/91), un emendamento alla manovra che, in sostanza, apre alla possibilità di abbattimenti di fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale anche in aree protette e in città.

Secondo il testo, “le regioni e le province autonome (…) provvedono al controllo delle specie d fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto”.

Inoltre gli animali abbattuti durante queste attività sarebbero anche destinati al consumo alimentare.

Un emendamento di tipo ordinamentale che tra l’altro neanche potrebbe essere ospitato nella legge di Bilancio, è la denuncia del vicepresidente della Camera, on Sergio Costa. Ci opporremo con tutte le forze a questo emendamento in discussione in Commissione Bilancio. Deve essere dichiarato inammissibile, nella forma e nel contenuto. Chiedo a tutte le associazioni e a tutti coloro che hanno a cuore il benessere animale di attivarsi e far sentire la propria voce.

Contestualmente, dalla stessa maggioranza arriva anche la proposta di smantellare quelle che sono le prerogative istituzionali del Ministero dell’ambiente, privandolo delle competenze sulla fauna selvatica, che verrebbero trasferite nelle mani del Ministero dell’Agricoltura.

L’occasione, come denunciano le associazioni Enpa, Lac, Lav e Lipu, è stata  fornita dalla conversione in legge del  decreto legge 11 novembre 2022, n. 173, in materia di riordino delle competenze dei Ministeri.

Nell’approvare il decreto, ieri l’aula del Senato – dopo la presa di posizione della commissione ambiente –  ha espresso parere favorevole ad un ordine del giorno per il  passaggio di tutte le competenze in materia di fauna selvatica dal Ministero dell’Ambiente al Ministero dell’Agricoltura, infliggendo di fatto un gravissimo vulnus all’attività del primo che, nei fatti, finirebbe per diventare qualcosa di molto simile a una “scatola vuota.

Tutto ciò potrà significare dissociare la fauna dalle aree protette, gli habitat, la biodiversità e subordinare la tutela della fauna alla gestione e alla attività venatoria.

L’obiettivo ultimo di questo inaccettabile travaso di competenze dall’Ambiente all’Agricoltura è, evidentemente, quello di aumentare ancor di più le occasioni di sparo e di fare della caccia un vero business economico: uccidere quanti più animali per farli vendere dai cacciatori. Il cambio di paradigma è inaccettabile: da patrimonio indisponibile dello Stato, cioè della collettività, qual è ora, la fauna finirebbe per diventare patrimonio e fonte di guadagno ad uso e consumo dei cacciatori», denunciano le associazioni … che ritengono tale progetto non solo inaccettabile da un punto di vista etico, ma anche incostituzionale alla luce dell’articolo 9 della Costituzione, recentemente Novellato.

In tutto questo, pare che il ministro Pichetto Fratin non abbia ancora fatto sentire la sua voce. Sarebbe bene che Governo e maggioranza tornino sui loro passi e fermino questo ulteriore tentativo di compiacere la lobby venatoria e degli armieri.

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Fonti: Enpa / Lac / Lav / Lipu

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