Pfas negli alimenti: finalmente l’Ue abbassa i limiti per queste 4 sostanze (presenti in uova, pesce e carne)

La Commissione europea ha deciso di fare un passo avanti in merito alla questione della contaminazione da Pfas, adottando nuovi limiti più restrittivi per 4 sostanze perfluoroalchilate negli alimenti

È da tempo che cittadini e associazioni si battono contro i pfas, sostanze presenti un po’ in ogni dove e che arrivano a contaminare anche l’acqua e il cibo che consumiamo ogni giorno. Finalmente la Commissione Europea ha fatto un passo avanti per proteggere i cittadini dalla presenza di questi contaminanti nel cibo.

Ci riferiamo all’adozione di nuove norme che limitano i livelli di quattro sostanze perfluoroalchilate (appunto i PFAS) negli alimenti, un modo concreto per ridurre la nostra esposizione a queste sostanze chimiche nocive (ovviamente c’è ancora molto da fare).

Ricordiamo che negli Usa i Pfas sono noti come “forever chemicals”, vista la loro persistenza nell’ambiente.

Le 4 sostanze i cui limiti sono stati rivisti dall’Ue

Le quattro sostanze chimiche i cui limiti sono stati rivisti sono:

  • acido perfluorottano solfonico (PFOS)
  • acido perfluoroottanoico (PFOA)
  • acido perfluorononanoico (PFNA)
  • acido perfluoroesano solfonico (PFHxS)

Come si legge sul sito della Commissione Europea:

Gli Stati membri hanno sostenuto all’unanimità le nuove norme che si basano su una solida valutazione scientifica dell’EFSA. Le nuove regole si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2023.

L’Efsa ha rivisto la sua posizione su questi contaminanti proprio su richiesta della Commissione Ue, aggiornando la valutazione del rischio di Pfos e Pfoa, estendendola poi anche a Pfna e PfhxS.

Queste sostanze, secondo i dati analizzati dall’Efsa, sono pericolose in particolare per lo sviluppo, il basso peso alla nascita dei bambini ma anche per fegato e sistema immunitario (quest’ultimo è il punto più critico dell’eposizione alle 4 sostanze incriminate).

Proprio per questi motivi:

ha stabilito un apporto settimanale tollerabile di gruppo (TWI) di 4,4 ng/kg di peso corporeo a settimana per la somma di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS, che è anche protettivo contro gli altri effetti di tali sostanze.

Per quali alimenti sono stati rivisti i limiti di Pfas?

Si tratta in particolare di uova, pesce, crostacei, molluschi bivalvi,  carne e frattaglie di animali d’allevamento. Come si legge sul comunicato della Commissione, infatti:

Gli alimenti di origine animale contribuiscono in modo importante all’esposizione umana ai PFAS. L’EFSA ha concluso che i PFAS si trasferiscono dai mangimi agli alimenti di origine animale, con chiare differenze tra le specie e il tipo di PFAS. Tale trasferimento di PFAS può avvenire anche dal suolo ingerito da animali da allevamento in cerca di cibo e dall’acqua potabile per gli animali.

La Commissione ricorda però che nel parere dell’Efsa del 2020 manca la valutazione del rischio di molti alimenti e quindi è necessario raccogliere più dati e studi scientifici che riguardano anche diversi altri cibi di uso comune.

Inoltre specifica che:

La Commissione raccomanda di svolgere indagini di follow-up sulle fonti di contaminazione, per consentire l’attuazione di misure di follow-up per evitare la presenza di PFAS negli alimenti. A tal fine mediante la Raccomandazione (UE) 2022/1431 livelli indicativi di concentrazione di PFAS in frutta, verdura, latte e alimenti per l’infanzia sono stati stabiliti. Tali livelli non dovrebbero pregiudicare la possibilità di immettere sul mercato alcun alimento, ma dovrebbero essere effettuate indagini quando la concentrazione di PFAS in un alimento supera tali livelli. Per quantificare le concentrazioni di PFAS nelle quantità in cui sono presenti, la Commissione raccomanda di utilizzare metodi sufficientemente sensibili.

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Fonte: European Commission

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