“Bonus 18 App”, addio: abolito il beneficio che sostiene la cultura per i più giovani

Sta per concludersi l'era del "Bonus 18 App", il beneficio economico destinato ai diciottenni per l'acquisto di prodotti culturali: i fondi destinati alla misura saranno riutilizzati

Sta per concludersi definitivamente l’esperienza del bonus culturale 18App, riservato a chi diventa maggiorenne nell’anno in corso: si tratta di un beneficio economico del valore di 500 euro con il quale i giovani possono acquistare libri, abbonamenti a riviste e periodici, ma anche biglietti per concerti, spettacoli teatrali, film al cinema, visite a mostre e musei, e ancora corsi di lingua straniera, di teatro, di musica o di danza.

Insomma, un incentivo alla cultura a 360 gradi – che purtroppo finirà presto, con i nati nel 2003 che dovrebbero essere gli ultimi a beneficiare del bonus (avranno tempo fino al prossimo 28 febbraio per spendere il bonus). Con un emendamento alla nuova Legge di Bilancio, il provvedimento è definitivamente abrogato.

I fondi economici destinati alla misura (si tratta di 230 milioni di euro all’anno a decorrere dal 2022) saranno riconvertiti e destinati a sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura. Fra le proposte di nuovo utilizzo dei fondi vi sono il rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo e del Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie.

L’abolizione del Bonus Cultura rappresenta un duro colpo per le famiglie di tanti adolescenti che, al compimento della maggiore età, speravano di poter accedere a un piccolo fondo per l’acquisto dei libri (scolastici o universitari) o di corsi accessori alla scuola.

Ma rappresenta un duro colpo anche per gli esercenti – soprattutto i librai, che grazie a questo beneficio vedevano arrivare più giovani in libreria. Secondo Confesercenti, la cancellazione di 18 App sarebbe un grave danno per la filiera del Libro.

L’obiettivo di 18App è quello di dare ai ragazzi uno strumento per l’acquisto di libri, facendoli venire in libreria – ha spiegato Cristina Giussani, Presidente di Sil Confesercenti. – Un modo per dare un sostegno anche alle famiglie: una parte della spesa è infatti destinata a libri di scuola o dell’università.

Invece di depontenziarlo, si apra un tavolo con le categorie interessate per studiare insieme migliori regole di utilizzo per rendere più efficiente la misura. 

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Fonti: ANSA / Confesercenti

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