Un'operazione antibracconaggio ha portato all'individuazione di 6 cacciatori di frodo nei pressi di Mondragone, Campania. I soggetti sono stati sanzionali e munizioni, fucili e richiami sequestrati. Avevano cacciato numerose specie protette
Sorpresi mentre utilizzavano richiami elettroacustici per riprodurre il verso di alcune specie protette nel territorio di Mondragone, Caserta. Così 6 soggetti sono stati individuati e sanzionati nel corso di operazioni antibracconaggio effettuate dalle guardie venatorie del WWF Italia in collaborazione con i Carabinieri Forestali SOARDA nei giorni scorsi.
I 6 cacciatori di frodo, muniti di licenza di caccia, avevano abbattuto numero specie protette e non cacciabili come zigoli gialli, ballerine bianche, pispole e storni. Gli agenti hanno perciò provveduto a sequestrare sei fucili, munizioni e i richiami. I sei soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria competente.
Non si tratta certo della prima né dell’ultima operazione per contrastare il bracconaggio, fenomeno che nella stagione venatoria vede un netto aumento di crimini commessi a danno della fauna selvatica.
Sin dall’apertura della stagione di caccia, le sezioni antibracconaggio registrano numerosi sequestri di armi e richiami. Questi ultimi, così come altri sistemi vietati dalla legge per scopi venatori, continuano a essere venduti anche nelle armerie.
Difficile immaginare quanti bracconieri siano presenti nel territorio nazionale. Ma le stime della LIPU sugli uccelli selvatici vittime dei bracconieri sono dati che non si possono ignorare: solamente in Italia ogni anno oltre 5 milioni di uccelli selvatici verrebbero sterminati dai bracconieri.
Tra le zone più interessate da questa piaga, i cosiddetti “blackspot del bracconaggio”, vi sono le Prealpi lombardo-venete, il Delta del Po e le coste della Puglia. Il tutto per finalità di lucro o “ludiche”, una parola che nelle battute di caccia non ha motivo di esistere.
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Fonte: WWF Italia
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