Negli ultimi 50 anni il fiume londinese ha visto la scomparsa del 95% delle cozze e dei mitili che ospitava, mentre nelle sue acque si stanno diffondendo specie invasive
Il fiume Tamigi è uno dei simboli più iconici di Londra. Con il suo lento scorrere nel cuore della città, rappresenta una via di trasporto per persone e merci, nonché un’attrazione turistica per grandi e piccini. Tuttavia, l’ecosistema di questo corso d’acqua è profondamente danneggiato dall’inquinamento e dal traffico di battelli e chiatte.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza il grave depauperamento del fiume. Ma non si tratta di un fenomeno recente, come si potrebbe immaginare: il degrado del Tamigi è iniziato già decenni fa.
I ricercatori hanno preso in esame le popolazioni delle cozze e dei mitili che da sempre abitano il corso d’acqua. Ebbene, dal 1964 al 2020 il numero di questi animali è diminuito del 95%; inoltre la cozza fluviale depressa (Pseudanodonta complanata), una delle specie di cozze a rischio estinzione nel Regno Unito, sembra essere completamente scomparsa dalle acque del Tamigi.
Ma non si è assistito solo a una diminuzione delle popolazioni autoctone: i pochi esemplari di mitili e cozze che ancora popolano il Tamigi risultano essere di dimensioni molto più piccole del normale – il che dimostra una crescita lenta e l’incapacità di svilupparsi in modo completo.
Le cozze sono un ottimo indicatore della salute dell’ecosistema fluviale. È probabile che un calo così massiccio della biomassa di mitili nel fiume abbia anche un effetto a catena su altre specie, riducendo la biodiversità complessiva – spiega preoccupata Isobel Ollard, autrice dello studio.
La cozza fluviale era piuttosto diffusa nel Tamigi, eppure questo studio non ne ha trovata una sola, il che solleva anche preoccupazioni per la sopravvivenza di questa specie – aggiunge.
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Le cozze rappresentano un tassello importantissimo negli ecosistemi acquatici, siano essi di acqua dolce o salata, poiché filtrano l’acqua e rimuovono alghe e impurità. Proprio a causa del loro ruolo filtrante, sono esposte a tutto ciò che si trova nell’acqua e questo li rende un prezioso indicatore della salute dell’ecosistema.
I ricercatori hanno registrato anche la presenza di specie non endemiche dell’ecosistema del Tamigi, come ad esempio la cozza zebra (Dreissena polymorpha) e la vongola asiatica (Corbicula fluminea): entrambe le specie erano assenti negli anni Sessanta e oggi sono presenti in numero elevato.
Non è escluso che siano proprio le specie invasive ad essere responsabili del declino delle popolazioni di cozze autoctone: in particolare, è noto che le cozze zebra soffochino esemplari di altre specie fino a farli morire, per arrogarsi diritti sul territorio e sulle risorse.
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Fonti: Journal of Animal Ecology / Università di Cambridge
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