Colesterolo: il riso rosso fermentato è davvero utile per abbassarlo?

Non tutti sanno che gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato non sono affatto privi di rischi ed effetti collaterali. Vediamo quando utilizzarli e quando è meglio evitarne l'assunzione

Sempre più spesso le persone con elevati livelli di colesterolo utilizzano integratori alimentari a base di riso rosso fermentato. Tuttavia, non tutti sanno che questi integratori non sono affatto privi di rischi ed effetti collaterali.

Il riso rosso fermentato è il prodotto della fermentazione del riso ad opera del lievito Monascus purpureus, il quale produce la Monacolina K una sostanza in grado di abbassare i livelli del colesterolo fino al 20-25% e che presenta una struttura simile ai farmaci più utilizzati per combattere il colesterolo alto, le statine, in grado di ridurre i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. Oltre ciò, il riso rosso fermentato viene anche utilizzato contro l’indigestione e la diarrea, per migliorare la circolazione del sangue e per promuovere la salute di milza e stomaco.

In materia, però, è intervenuta l’Unione Europea che attraverso il Regolamento (UE) 2022/860 ha stabilito regole più restrittive per questi integratori acquistabili senza prescrizione medica. Infatti, la norma sancisce che la soglia da non superare di monacolina K da riso rosso fermentato è ora fissata entro i 3 mg per singole porzioni per uso giornaliero e che vengano segnalati i possibili effetti collaterali sull’etichetta in modo chiaro.

Per fare chiarezza, vediamo insieme quando è possibile ed utile utilizzare il riso rosso fermentato e quando, invece, è meglio evitarne l’assunzione.

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Quando utilizzarlo

Innanzitutto, prima di considerare se il riso rosso fermentato può rappresentare una valida alternativa ai farmaci, è assolutamente necessaria una valutazione del rischio cardiovascolare da parte del medico.

In tal senso, il riso rosso fermentato può essere consumato dai soggetti giovani, under 40, con valori di colesterolo leggermente elevati, un rischio cardiovascolare basso o moderato e uno stile di vita sano, privo di fumo con svolgimento regolare attività fisica. Può rappresentare una valida alternativa anche per soggetti intolleranti alle statine o reticenti all’uso di farmaci, prediligendo prodotti naturali.

Quando evitarlo

Al contrario, è meglio evitare l’assunzione di riso rosso fermentato e ricorrere alle statine tradizionali per chi ha un rischio cardiovascolare medio/alto, una forma di ipercolesterolemia familiare, ha già avuto un precedente problema cardiaco o presenta delle placche arteriose.

Inoltre, secondo la nuova regolamentazione UE prima citata, il riso rosso fermentato non può essere consumato da donne in gravidanza e in allattamento, né dai soggetti al di sotto dei 18 anni o al di sopra dei 70 anni.

In conclusione, è bene ricordare che il riso rosso fermentato è una statina a basso dosaggio, per questo motivo è opportuno rivolgersi al proprio medico prima dell’uso, al fine di evitare l’interazione con altri farmaci e minimizzarne i possibili effetti collaterali, soprattutto nei confronti di fegato e muscoli.

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